Andrea Cendali tori a comprendere il notevole aumento di produttività· delle loro terre con l'ausilio dell'acqua. Ciononostante dal '60 in poi la funzione irrigua dei laghi artificiali è stata esaltata e le nuove aree irrigue fruiscono in grande misura della loro acqua. L'irrigazione attuale derivante dai laghi va valutata in circa 60-70.000 ettari e per i prossimi anni si prevede l'estensione ad altri 100.000 ettari. I benefici di questa azione sono facilmente deducibili. In tutta l'isola sono avvenuti e sono tuttora in corso vasti programmi di ristrutturazione colturale che porteranno a quadruplicarsi e anche quintuplicarsi la produttività dei terreni. Prima « la aree irrigue si estendevano lungo le valli dei fiumi e presso le sorgenti o dove le falde acquifere erano superficiali, ricevendo quasi sempre un'irrigazione di soccorso che diveniva precaria proprio durante la stagione arida». Adesso l'irrigazione si è estesa all'entroterra collinare e montano. La creazione di « 120 efficienti laghetti collinari» ha finalmente reso possibile irrigare plaghe una volta povere di risorse idriche. Questi gli elementi positivi. Ma gli Autori si sono voluti soffermare anche sul rovescio negativo della medaglia. « Il credito agrario, l'assistenza tecnica, il miglioramento della viabilità, la creazione di servizi, la valorizzazione dei prodotti, la ristrutturazione della proprietà raramente hanno accompagnato l'arrivo dell'acqua, con la conseguenza che decine di miliardi, spesi per realizzare i laghi, spesso non hanno dato i frutti sperati». Conseguenza questa della carenza di una programmazione plurisettoriale per cui l'acqua andava considerata uno, e non la sola, delle infrastrutture necessarie per il decollo di una regione. Evidenziata nel suo sviluppo e nelle sue ancora gravi carenze la situazione irrigua in Sicilia, gli Autori hanno rivolto la loro attenzione all'industria, le cui richieste quale utente dell'acqua sono le ultime cronologicamente ma non certo quantitativamente. Lo sviluppo industriale dell'isola non è avvenuto in maniera naturale. La lontananza dal continente, il disinteresse dei pubblici poteri, le scarse capacità imprenditoriali locali sono sempre stati fattori di ostacolo al suo svilupo. A questo va aggiunta la rarità e l'alto costo dell'acqua per uso industriale. « Questo ostacolo è stato superato solo da alcune grandi imprese tecnologicamente più avanzate, che per proprio conto hanno portato a termine degli onerosi impianti idrici o ne hanno imposto la realizzazione ai pubblici poteri come condizione indispensabile al loro impianto in queste aree». Ma le piccole e medie imprese, che costituiscono il substrato indispensabile di un'area economica progredita, ne sono state inevitabilmente limitate. Attualmente la fonte più conveniente di approvvigionamento idrico industriale è costituita dalle falde sotterranee. Il sottosuolo ha infatti la possibilità di fornire le ingenti quantità d'acqua necessaria all'industria e relativamente a buon mercato. Ma l'emungimento delle falde sotterranee ha dei limiti, se non si vogliono rischiare fenomeni d'inquinamento con acque marine. Se a questo si aggiungono i continui conflitti fra agricoltoli ed industriali per accaparrarsi la poca acqua disponibile, si comprende facilmente come nuove fonti di ap40 BibliotecaGino Bianco
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