Giornale a più voci nuite. Anche la particolare orografia dell'isola concorre alla dispersione dell'acqua. I fiumi sono brevi, più torrenti che fiumi, con bacini di limitata ampiezza e con modeste portate, ma è soprattutto l'irregolarità del regime ohe h fa considerare come un potenziale idrico di scarso rilievo. Nel quadro così delineato, ben integrato nel testo con diagramrni delle precipitazioni medie annue, dei 1ivelli dell'evaporazione e dell'umidità, dei tipi termici, della permeabilità e impermeabilità dei terreni, del rimboschimento, vanno inseriti i laghi artificiali. Risultano indispensabili. Determinano l'unica possibilità per riunire e destinare ai vari settori di utenza le già poche disponibilità idriche che altrimenti si disperderebbero nel sottosuolo e lungo mille rivoli d'acqua. In Sicilia la storia dei laghi artificiali può estendersi a quattro fasi essenziali, di cui due anteguerra. Concepiti inizialmente in funzione irrigua, fra il '37 e il '40, in piena politica autarchica, si dette preferenza ai bacini per impianti idroelettrici. Solo da poco tempo contribuiscono al servizio dei centri urbani e delle industrie. Comunque una prima vera spinta per un organico programma nel settore fu data dalla creazione dell'E.S.E. (Ente Siciliano di Elettricità) nel 1947. « L'ente, rompendo il monopolio tenuto sino allora dalla S.G.E.S. (Società Generale Elettrica Siciliana), predispose in breve tempo un piano di sviluppo elettrico che prevedeva la realizzazione di laghi artificiali, per la maggior parte con la doppia funzione idroelettrica ed irrigua». Si impostarono così due programmi oggi quasi completati: uno prevedeva tre impianti idroelettrici con relativi invasi sull'Arrapo, sul Carboi e sul Platani; il secondo l'utilizzazione dei fiumi Salso e Simeto, con la costruzione di sei serbatoi della capacità complessiva di 180 milioni di metri cubi. « I laghi artificiali che dovevano alimentare le centrali idroelettriche erano assai costosi rispetto alla produttività. Ecco perché fino a quando l'industria privata aveva operato con criteri monopolistici non avevano avuto larga diffusione, ma dato il carattere pubblico dell'E.S.E., furono presi in considerazione i benefici che la maggiore abbondanza dell'acqua, restituita dopo l'utilizzazione nelle turbine elettriche, avrebbe portato all'agricoltura e alle attività secondarie dell'isola». Con la scoperta durante gli anni cinquanta del petrolio e il conseguente decollo dell'industria petrolchimica, l'incentivo alla realizzazione di ulteriori centrali idroelettriche è venuto meno. Il petrolio a buon mercato e facilmente reperibile in loco ha favorito io sviluppo delle centrali termoelettriche, per cui la funzione dei laghi artificiali s'è indirizzata verso futenza prevalentemente irrigua e in parte urbano-industriale. In Sicilia le irrigazioni hanno da sempre .costituito un problema di non facile soluzione. Mancavano quasi del tutto i grandi sistemi irrigatori. Diverse cause contribuivano a questo stato di cose. L'opposizione dei grandi latifondisti i quali vedevano con timore l'arrivo dell'àcqua che avrebbe reso meno competitive le loro produzioni cereal~cole estensive; il regime di proprietà privata e di concessione delle acque che rendeva molto oneroso agli agricoltori provvedersi di questo servizio; i diversi proprietari che non permettevano la realizzazione degli invasi nelle loro proprietà e infine l'incapacità degli agrico]- 39 BibliotecaGino Bianco
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