Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

GIORNALE A PIU' VOCI L'acqua in Sicilia Sempre più frequentemente ormai pervengono all'opinione pubblica attraverso i vari organi d'ir1formazione gli appelli di vasti strati di popolazione che si lamentano per la carenza dell'approvvigionamento idrico. Il problema è sentito a tutti i livelli. Diversi acquedotti sono ormai incapaci di assolvere al loro compito di rifornimento idrico urbano, le campagne richiedono sempre maggiori quantitativi di acqua per l'irrigazione, le industrie spesso non possono portare a termine i loro programmi d'investimento per l'insufficienza di questa infrastruttura loro necessaria. La risposta dei pubblici poteri è ancora molto evasiva. La Conferenza delle Aoque, promossa dal Senato della Repubblica per affrontare globalmente il problema, è restata una generosa dichiarazione di princìpi. Il progetto speciale per il settore idrico. della Puglia e della Basilicata, reputato prioritario rispetto agli altri progetti speciali e così essenziale per il decollo economico di queste due regioni, è ancora sulla carta. In questo clima così refrattario ad innovazioni va invece positivamente inquadrata la ricerca compiuta da due geografi, Elio Manzi e Vittorio Ruggiero (I laghi artificiali della Sicilia, volume III nuova serie delle Memorie di Geografia economica e antropica, a cura dell'Istituto di Geografia Economica dell'Università di Napoli, 1973). Il tema è molto interessante. I laghi artificiali sono stati oggetto di pubblicazione degli ingegneri che avevano contribuito alla costruzione delle dighe e degli sbarramenti, i quali si sono sempre limitati a considerazioni tecniche. Mancava un approccio geografico-economico al problema, al quale hanno contribuito i due autori. La loro ricerca sui laghi artificiali è stata costante1nente integrata da considerazioni sul clima della regione, il regime delle precipitazioni, la geologia del terreno, l'influenza dei laghi sulle conversioni colturali, gli insediamenti umani e Io sviluppo industriale. Una precisazione preliminare sul clima dell'isola era necessaria. L'idea del « clima particolarmente mite che consente una vegetazione rigogliosa in tutte le stagioni dell'anno» è sfatata da qualche considerazione più approfondita sull'aridità che, per cinque-sei mesi all'anno, regna sovrana sulla gran parte del territorio. « Nella lunga stagione estiva si può contare, in media, ovunque meno del 10% delle precipitazioni annue, ma spesso su meno del 5% ». A questo si aggiungd che le aree di più elevata piovosità coincidono con quelle di maggiore permeabilità del terreno per cui le acque che si insinuano nel sottosuolo, una volta riaffiorate in superficie, sono sensibilmente dimi38 BioliotecaGino Bianco

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