I Cronache parlanzentari che possa oggi sostenere che lo stato di tregua sia stato rotto da I srClele. Ebbene, dopo la rottura della tregua, si dice che bisogna ricercarne e giustificarne la causa nell'occupazione dei territori dei paesi arabi e nella precedente cosiddetta aggressione israeliana del 1967. Onorevoli colleghi, come possiamo dimenticare che nel 1967 (atmeno fino alla metà dell'anno) esisteva un diaframma, sia pure fragile, di pace nel Medio Oriente, costituito dalle truppe dell'ONU? Come possiamo dimenticare che non sono stati gli israeliani a richiedere che quel diaframma venisse eliminato? E come possiamo dimenticare che il golfo di Aqaba non è stato chiuso da forze militari israeliane, ma dalle forze degli Stati arabi? Un primo elemento di fondo è quindi il seguente, così come scaturisce dagli eventi che, a partire dal 1948, ricordavamo. È stato detto dall'onorevole ministro che la questione della sopravvivenza dello Stato di Israele è fuori discussione, ed io ritengo che questo problema sia certamente fuori discussione, in quest'aula, da parte di ogni forza politica. Esso però non è fuori discussione da parte degli Stati arabi. Non lo è per le dichiarazioni che precedettero la guerra del 1967, quando Nasser, il 26 maggio, in un discorso trasmesso alla radio di tutti i paesi arabi, diceva che la guerra non sarebbe stata li1nitata alle frontiere egiziane o siriane, ma sarebbe stata totale e il suo obiettivo sarabbe stato la distruzione di Israele. Non lo è per le dichiarazioni successive, anche recenti, di esponenti dei paesi arabi, e non solo degli estremisti come Gheddafi (il quale nel febbraio 1973 ha dichiarato che Israele doveva cessare d'esistere), ma anche di moderati come il presidente egiziano Sadat, il quale il 1° maggio 1972 ha affennato che nella prossima battaglia non si sarebbe accontentato di liberare le terre occupate, anche se questo doveva costargli un milione di soldati egiziani. Allora se il riconoscimento del diritto alla sopravvivenza dello Stato di Israele non è mai venuto da parte dei paesi arabi, gli stessi atteggiamenti dello Stato di Israele quando chiede frontiere riconosciute e sicure vanno valutati alla luce di questo coerente e ripetuto atteggiamento dei paesi arabi. I problemi che ha di fronte il mondo per risolvere la crisi mediocrientale sono certamente il problema del _ritiro dele truppe israeliane dai paesi occupati - ed è inutile perdersi a discettare, così come il ministro non ha fatto, sulla interpretazione della risoluzione dell'ONU n. 242 - ma questo prqblema non può essere disgiunto da quello del riconoscimenti, nei fatti, dello Stato d'Israele da parte dei paesi arabi. Non si può chiedere che Israele lasci -i territori occupati senza che nei fatti ci sia un riconoscimento al diritto di sopravvivenza dello Stato d'Israele. Io non voglio usare l'argomento del senatore Spadolini, che come ho letto dai 35 BibliotecaGino Bianco
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