Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

La vita e la morte fra due censimenti 1971 ha superato quest'ultima dando la misura della maggiore gravità che uno stesso problema assume nel Mezzogiorno. Accanto alle conseguenze della migrazione disordinata emerge dunque, da questi rilievi, anche la grave e protratta deficienza assistenziale del Mezzogiorno che, pur avendo ridotto il suo apporto alla natalità della nazione, non può vedere, per questo solo motivo e senza iniziative di compensazione dei ritardi, confortati i suoi più gravi e più ·antichi problemi di depressione e di ritardo rispetto alla . nazione. Valutazioni più esatte su questi problemi si possono ottenere con l'esame del comportamento del fenomeno della mortalità reale, ossia di quella di cittadini che, pur essendo regolarmente venuti alla luce, sono morti in tempi più o meno distanti dal giorno della nascita. La nostra analisi del fenomeno della mortalità in Italia distingue i valori relativi a soggetti deceduti nel corso del primo anno di vita da quelli di soggetti deceduti in età successive. La morte è un fenomeno naturale dell'uomo, quello che chiude il suo ciclo biologico. Le modalità di questa conclusione, e soprattutto i tempi di essa, sono legati alle possibilità di sopravvivenza insite in ciascun individuo, ma anche - a differenza di quanto accadeva per gli uomini primitivi - alle strutture che la società civile predispone in quel senso. Quanto più efficienti sono queste strutture tanto meglio documentato sarà il distacco da quei tempi lontani; e questa efficienza si esprime nella capacità di ritardare l'evento finale rendendolo il più vicino possibile alla naturale estinzione delle funzioni vitali. Il criterio di distinzione dell'età in cui si verifica la morte trova conferma alla sua validità nel fatto che mentre i decessi verificatisi nel corso del primo anno di vita rappresentano abitualmente il 5 % dei valori complessivi di morte in Italia - dove peraltro sono molto elevati rispetto alle altre nazioni - quelli che si verificano negli anni successivi dell'infanzia - dovuti anch'essi a malattie od a carenze assistenziali squisitamente infantili - sono però in Italia inferiori a~l'l % dei morti totali e potranno ancora ridursi quando si interverrà seriamente per migliorare le condizioni di vita nel corso del primo anno. Come p.l comportamento dei valori di nati morti abbiamo dato possibilità di giudicare,. almeno sommariamente, l'efficienza delle strutture ostetrico-ginecologiche, alle valutazioni relative alla mortalità del primo anno riconosciamo la .funzione di misura dei rischi e dei rimedi nel corso dell'epoca più delicata della vita; 27 BibliotecaGino Bianco

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