Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

La vita e la morte fra due censimenti nel 1971. Ancora più grave è il rapporto fra Campania e Mezzogiorno, avendo la prima contribuito al suo territorio con il 22,5% nel 1951, il 23,9 nel 1961, e con il 25,4% nel 1971. È significativo - per ribadire la tesi della pericolosità della tendenza alle concentrazioni di popolazione - aggiungere che la Lombardia ha 1nanifestato sintomi di peggioramento, sia rispetto alla nazione (7,5 nel 1951, 8,7 nel 1961, 10,8 nel 1971), sia rispetto al territorio del Centro Nord (19,7 nel 1951, 22,5 nel 1961, 23,5 nel 1971). Resta però discriminante, fra le due regioni in parola, il fatto che la partecipazione della Lombardia al valore dei nati morti del territorio centrosettentrionale è sempre inferiore alla partecipazione in termini di nati vivi (che furono il 22,5% nel 1951, il 23,9% nel 1961 ed il 25,4% nel 1971); come la partecipazione della Lombardia al valore dei nati morti nazionali è stata inferiore alla partecipazione alla natalità italiana (11,35 nel 1951, 12,9 nel 1961, 15 nel 1971). Percentuali, come si vede, sempre inferiori a quelle riferite per i nati vivi per i rispettivi anni, che dunque si risolvono in un « Saldo » fra le due percentuali (positiva quella della natalità e negativa quella dei nati morti) costantemente positivo. Nello stesso periodo invece la partecipazione della Campania al valore dei nati morti del territorio e della nazione è sempre superiore alla partecipazione in termini di nati vivi: infatti la Campania dava - rispetto al Mezzogiorno - nel 1951 il 24,9% dei nati vivi, ma il 25,6 di nati morti; nel 1961 il 27,6 di nati vivi ma il 28,5 di nati morti, e nel 1971 il 2~,7 di nati vivi ma il 32,9% dei nati morti; con un peggioramento del « Saldo )> fra la prima cifra, positiva, e la seconda, negativa, da -0,7, a -0.9, a _-3,2. Rispetto alla nazione la Campania dava, nel 1951, il 12,32% di nati vivi ma il 15,8 dei nati morti, nel 1961 il 12,68 dei nati vivi, ma il 17,5 dei nati morti, nel 1971 il 12,2 dei· nati vivi ma il 17,8 dei nati morti, con un peggioramento ancora più spinto del «Saldo» da -3,48, a -4,82, a -5,6 nel 1971. . In altri termini dunque, il fenom~no della natalità, in Italia, negli ultimi dieci anni, pur essendosi attenuato, ha manifestato uno spostamento nella distribuzione territoriale: il Mezzogiorno, che praticamente determinava, nel 1951, la· metà (49,4) della natalità nazionale, ha ridotto notevolmente il suo contributo che è giunto, nel 1971, al 41%, con un proporzionato aumento dei valori relativi al Centro Nord. Contemporaneamente a questa modifica si è registrata una 25 BibliotecaGino Bianco -

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