Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

, Un'equazione sbagliata colari circostanze in cui si realizzò il processo di unificazione nazionale, impedirono che il filone autenticamente liberale del pensiero politico italiano - quello di Mazzini e di Cattaneo - diventasse egemone nel momento in cui il nuovo Stato costruiva le proprie strutture politiche e economiche. L'egemonia culturale di Croce, poi, come tante volte abbiamo detto, è stata poco più che una fable convenue: inoltre - n1omento da tenere sempre presente -· è soprattutto intorno al 1930, cioè durante il fascismo imperante, che Croce scopre l'autentica dimensione liberale, quella che, con1e ha scritto nella Storia d'Europa, non teme, quando è necessario, la « socializzazione o statificazione » dei mezzi di produzione, colpendo al cuore il principio, su cui il liberalismo in origine si era fondato, della proprietà privata. E se non giungeva - come il liberalismo non giunge mai, o non è giunto ancora - • alla tesi della soppressione integrale della proprietà privata, non era per difendere ingiusti privilegi, ma perché preoccupato dal fatto che, assieme alla proprietà privata, si rischia di .sopprimere anche le libertà civili, che anche per Croce, in quanto erede del pensiero liberale europeo, hanno sempre e dovunque la priorità. Tuttavia non è un semplice caso che Arrigo Benedetti abbia scritto di recente come ai tempi « della famosa polemica Einaudi-Croce » avesse l'impressione« che Einaudi guardasse al mondo come l'aveva conosciuto lui giudicandolo eterno; e che Croce, pur così ostinatamente affezionato al suo, capisse che tutto cambia, anche la società, e che quindi non è da escludersi un sistema economico non·· liberista in un paese libero ». Si tratta, a nostro avviso, •di un discorso coerentemente liberale, che riapre quello che è il problema di fondo del nostro tempo: avere fantasia politica sufficiente per creare soluzioni nuove, che garantiscano sempre e comunque la libertà. Sia Quazza che Tranfaglia ritengono che il filone illtberale (da essi spesso identificato con quello « liberale ») continui anche dopo l'esperienza quasi trentennale della Repubblica: se è veramente così - e l'avanzata politica del fascismo non consente di scartare del tutto l'ipot~si - · gravi responsabilità pesano su tutti e non solo sulle forze del liberalismo politico. Non si dimentichi infatti che Angelo Tasca, fra le tante possibili « definizioni » del fascismo, collocava anche « gli errori delle sinistre »: e fra gli errori delle sinistre non si potrebbe mettere anche quello q.i volere· a tutti i costi dilatare il concetto di fascismo, includendovi quel liberalismo politico che, per natura e pos1z1one, ne rappresenta l'esatta antitesi? GIROLAMO COTRONEO 21 BibliotecaGino Bianco

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