Girolamo Cotroneo derna il liberalismo in molti paesi, che :pure hanno conosciuto e conoscono le lotte sociali, non è approdato al fascismo, lo stesso non può dirsi degli Stati socialisti europei che tutti hanno fatto - e ancora continuano a fare - le spese dello stalinismo). Per questo, fin dall'inizio, sostenevamo che è un procedimento metodologico sostanzialmente errato quello di individuare dei meccanismi storici che scatterebbero sempre allo stesso modo: perché ove, sulla semplice base dell'accaduto, si accetti l'equazione liberalismo uguale fascismo, non si vede poi perché non si debba accettare quella secondo cui il marxismo è uguale allo stalinismo (o che lo contiene in potenza come il liberalismo conterrebbe il fascismo). Non siamo manichei e quindi non rovesciamo gli schemi storici da una parte sull'altra, soprattutto perché non crediamo negli schemi storici: siamo invece per una metodologia storica individualizzante, capace cioè di cogliere le singole situazioni, i singoli fenomeni storici nel loro divenire specifico, senza cercare leggi generali. E respingiamo l'equazione liberalismo uguale fascismo, pur profondamente persuasi che la democrazia liberale non rappresenti il massimo della perfezione. Tuttavia riteniamo che, meglio di qualsiasi altro sistema politico, essa abbia in sé la forza di correggere le gravissime contraddizioni che ancora presenta (ma quale sistema politico non ne presenta?), senza ricorrere alla violenza istituzionalizzata ogni qualvolta si trovi in difficoltà: del resto, nessun regime politico riesce ad essere così critico nei confronti di se stesso come quello liberale, il quale dalla rivoluzione inglese in avanti non ha fatto che recitare la propria autocritica, che proporre modifiche di vario genere all'interno delle proprie strutture, salvaguardando soltanto i principi universali della libertà (e non quelli della proprietà). Ma questo è un discorso di altra natura: per ritornare a quello da cui abbiamo preso le mosse, è certo che il modo con cui abbiamo impostato il problema del fascismo - che cioè esso non si manifesta dove esistono una tradizione e uno Stato liberale, ma soltanto dove questi non esistono - ripropone il problema della valutazione dello Stato prefascista italiano, il quale, proprio sulla base della nostra stessa analisi, non dovrebbe essere considerato uno Stato liberale; perché se effettivamente avesse avuto queste caratteristiche e queste strutture, sarebbe stato immune dal bacillo fascista, come lo sono stati la Francia, l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Non è un'argome°:tazione che ci disturba: le parti20 Bio.liotecaGino Bianco
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