Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

, Un'equazione sbagliata Herbert Marcuse ci hanno resi abbastanza scaltriti al proposito. Tuttavia, la tradizione liberale non fa propri, o non fa in tutto propri, nomi come quelli di Hegel, di Julius Sthal, di Treitschke, e nemmeno di Pareto (i quali, ad esempio, non vengono praticamente menzionati nella recente analisi del liberalesimo fatta da Nicola Matteucci - contrariamente tuttavia a un De Ruggiero che riteneva « superficialissima opinione » quella che considerava il popolo tedesco« estraneo al movimento liberale del secolo XIX»), bensì quelli di Locke, di Montesquieu, di Kant, di Tocqueville, di Stuart-Mill, ecc., presso i quali, sia pure in forme diverse, in epoche diverse, a seguito di certe esigenze, la priorità delle libertà « civili » su tutte le altre viene sempre rigorosamente mantenuta; e di questo crediamo non vi sia bisogno neppure di portare esempi. L'obiezione a questo argomento è facilmente prevedibile, ma, riteniamo, altrettanto facilmente confutabile: una cosa, si dirà, è la dottrina, una cosa le pagine dei libri, un altro (e ben alt,ro!) il concreto processo storico-politico. A parte il fatto, di cui abbiamo detto fin troppo, che non è per nulla provato, perché non universalmente accaduto, che il sistema politico liberale si trasformi dovunque e sempre, in date circostanze, in fascismo, che non è affatto vero che sempre e ovunque il conflitto con le classi e le istanze emergenti abbia indotto i sistemi liberali ad attuare la concentrazione dei poteri, a parte questo, dicevamo, l'argomento, in quanto proveniente quasi sempre da studiosi di parte marxista, potrebbe essere rovesciato a loro sfavore. Prendiamo il fenomeno (aberrante: lo ammettono persino i politici marxisti, molto meno obiettivi e sereni degli storici)· dello stalinismo: è implicito nella teoria marxiana dello Stato? oppure lo dobbiamo interpretare come la soluzione radicale dei conflitti politici interni allo sviluppo del socialismo, delle diverse visioni del processo di accumulazione socialista, in cui una delle parti. - quella egemone - impone alle altre con la forza il proprio modello, allo stesso modo, allora, secondo cui il potere capitalista impone il proprio modello di sviluppo a coloro che lo rifiutano e che tentano di demolirlo, iden- · tifi.cando arbitrariamente la propria visione del « bene comune » con quella di tutti? Se lo stalinismo lo si interpreta come degenerazione non necessaria del ·marxismo, non si dovrebbe allora applicare un cattivo storicismo per spiegare la· degenerazione dello Stato liberale e vederlo necessaric1.mente sconfinare nel fascismo (soprattutto ove si pensi che mentre è storicamente dimostrabile che nell'età mo19 Bibli_otecaGino Bianco -

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