Letteratura l'Esopo in città è poi tra le due la commedia che il suo discepolo e e biografo, Angelo Dalmistro, farà entrare nella raccolta delle opere 9 ; quella dunque che qui adoperiamo come materia di esemplificazione. Condotta in endecasillabi sciolti, che voltano_ in un registro più « serio» gli alessandrini baciati del francese, la traduzione si mostra vicina alla lettera in alcune parti, lontana in altre in cui il testo è adattato o finanche interpolato di scene nuove per l'ovvia necessità di aderire all'ambiente della Venezia del suo tempo e per ritagliarsi un certo spazio nel quale introdurre un esempio di costume più pertinente ai suoi interessi. Alcuni nomi di personaggi sono italianizzati e tradotti - Doucet si cambia in Dolciato, i contadini Pierrot e Colinette in Biagio e Cecca - mentre il testo gozziano mostra nel suo insieme una differente misura di rapporto col pubblico. La trama esile, senza macchina, per esplicita intenzione di Boursault che proprio in questa esilità di intreccio, o di « nodo » come egli stesso dice, ripone la novità della sua commedia e il suo pregio, svolge l'azione di Learco governante di Cizica che per suo tornaconto impone alla figlia Eufrosine, giovanissima e bella, le noz-· ze con Esopo, vecchio e brutto fino alla deformità, contro i desideri di lei che vorrebbe, come è giusto, sposare Agenore anch'egli giovane e bello. Esopo si adopera a superare tutti gli ostacoli che i giovani gli frappongono chiedendo con ostinazione le nozze che appaiono con. ogni evi~ denza inique e sragionevoli. Soltanto alla fine Esopo, l'immagine della ragione e della saviezza, scioglie il nodo gettando la maschera e dichiarando che i suoi propositi erano soltanto uno strumento per vagliare la sincerità degli affetti di Eufrosine e di Agenore, e chlede al vecchio Learco di dare il consenso alle più giuste nozze dei giovani. Un'esile trama che rovescia in certo senso con la sua morale innocua la situazione dell' Ecole des f emmes di Molière. Ma la trama ha pure, per quanto tenue il suo giuoco teatrale, una sua tensione, che consiste nel suscitare l'indignazione e tenerla presente per tutto lo svolgimento· dell'azione, e a svaporarla in ultimo con l'improvvisa confessione di Esopo. Gozzi non raccoglie il giuoco teatrale del testo francese, e fin dalle prime battute svela il segreto di Esopo e lascia facilmente immaginare la conclusione; col suo pubblico apre un discorso più diretto, e però meno teatrale, poggiando la commedia soprattutto sulle scene conchiuse e indipendenti che interrompono di volta in volta la trama e nelle quali è posto un personaggio al fine di rappresentare un episodio di costume e la sua moralità conseguente; proprio in queste scene sono intervenuti i tagli, le interpolazioni, gli adattamenti particolari. Nell~ scel).a prima dell'atto primo la battuta di Learco, che elenca i meriti di pubblico moralizzatore di Esopo, è tagliata di quattro versi (due distici non consecutivi) che nel testo francese erano intesi a colpire i consi9 Si trova infatti inclusa nell'ediz. di Padova vol. XIV, e, poi in quella di Bologna, vol. 12° ( 1833). 123 BibliotecaGino Bianco
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