Nord e Sud - anno XX - n. 167 - novembre 1973

RECENSIONI Sartre e gli intellettuali Le tre conferenze tenute in Giappone da Jean-Paul Sartre nel settembreottobre 1965 -· raccolte solo di recente in un agile volumetto significativamente intitolato Plaidoyer pour les intellectuels (Gallimard, Parigi 1972) - costituiscono, in effetti - mantenendo la promessa di detto titolo -, una vera e propria difesa degli intellettuali, i quali vengono dal filosofo - ed è questa la sua tesi centrale --- positivamente identificati con i « custodi dei fini fondamentali» dell'uomo, ossia con gli advocati della sua emancipazione totale dal dominio. In verità, la funzione politico-culturale dell'intellettuale e soprattutto indagata nelle due prime conferenze (Qu'est-ce qu'un intellectuel? e Fonction de l'intellectuel), mentre la terza ed ultima (L'écriv.ain est-il un intellectuel?), pur fondamentalmente collegandosi al discorso in precedenza sostenuto dall'autore e rivendicando polemicamente allo scrittore la sua intrinseca e non meramente accidentale qualità di 'vero intellettuale' e quindi di rivoluzionario, si occupa in prevalenza di problemi estetici e linguistici. Se, inizialmente, l'intellettuale può essere definito come « qualcuno che s'impiccia di ciò che non lo riguarda ie che ha la pretesa di contestare l'insieme delle verità ammesse e delle condotte che vi si ispirano in nome di una concezione globale dell'uomo e della società », è necessario, tuttavia, darsi ragione delle sollecitazioni che generano in lui questa strana attitudine nei confronti di un ordine sociale più o meno stabilmente costituito, ove a ciascuno è ' assegnata ; una sua propria e specifica mansione di là dalla quale non dovrebbe spingere la sue vedute ed opinioni col rischio, se non altro, di vedersi costretto ad esprimere giudizi che trascendono la sua sfera di competenza inevitabilmente settoriale. L'intellettuale, insomma, è colui che osa predicare in partibus infidelium, senza che questa prestazione gli venga imposta dal proprio ufficio di tecnico di. un sapere limitato e nell'assenza, per giunta, di un qualsiasi committente: infatti, gli intellettuali si ' reclutano ' di solito nella classe piccolo-borghese dei « tecnici del sapere pratico » (medici, ingegneri, insegnanti, ecc.), anche se questi ultimi non si convertono tutti in intellettuali, o almeno in « veri >} intellettuali. L'esistenza - e la necessità - di questa classe di tecnici è, a sua volta, sufficientemente spiegata e richiesta dalla stratificazione della vigente società bor~ese, nella quale « i fini sono stabiliti dalla classe do1ninante e realizzati 102 BibliotecaGino Bianco

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