Napoli città problema portanza epidemiologica nella trasmissione di malattie attraverso l'inquinamento marino e, cioè, sulle salmonelle del tifo e paratifo e sul virus dell'epatite virale, si è calcolato che nelle acque costiere della provincia di Napoli arrivano quotidianamente 2 x 10 12 salmonelle e virus enterici. Senza che alcuno degli otto impianti di depurazione esistenti nella provincia - o per insufficienza o per mancato funzionamento - riducano sostanzialmente le dimensioni del problema. Natµralmente l'inquinamento microbico interessa in modo più sostanziale le acque più vicine alla costa perché gli scarichi avvengono ovunque in prossimità della costa, mentre si dirada via via che s1 procede verso il largo. L'inquinamento organico (quello espresso in BOD) invece, sia di origine fecale, sia di origine industriale, è quello che presenta una più vasta serie di problemi: da quelli « puramente » estetici, visibili a occhio; a quelli delle modificazioni a carico della flora e della fauna marina; a quelli, soprattutto, che (insieme con i problemi derivanti dall'inquinamento microbico) provocano gravi conseguenze sulla salute umana. Gli effetti dell'inquinamento marino sulla salute umana sono ormai accertati con sempre maggiore precisione e, anche se non direttamente provata, appare sicura l'esistenza di un nesso di causalità tra inquinamento e certe malattie tra le quali: febbre tifoide, febbri paratifoidi ed altre infezioni da salmonelle; epatite infettiva; gastroenterite e colite; amebiasi. Senza voler entrare troppo nei « dettagli » vogliamo qui solo ricordare che la provincia di Napoli è al primo posto in Italia per denunzia di casi di tifo (e la maggioranza sono i casi non denunziati) e, ancora, sempre la provincia di N·apoli presenta un numero di morti per malattie infettive che è il più alto fra tutte le provincie italiane. Quali che siano i nessi di causalità tra questi due fenomeni e l'inquinamento ~arino è, comunque fuori di dubbio che quest'ultimo venendosi ad innestare in una situazione igienico-sanitaria di estrema gravità, trova terreno particolarmente fertile per poter esaltare i suoi effetti sulla salute. Sulla scorta di questi dati e di queste considerazioni, il 1 ° giugno 1971 l'allora ministro della Sanità Mariotti in una circolare ai medici· provinciali delle provincie bagnate dal mare definiva le qualità microbiologiche delle acque marine destinate alla balneazione. In essa si stabiliva che « le acque adibite alla balneazione. non dovranno in ogni caso presentare un- colititolo superiore ai cento colonbatteri fecali per ml. ». Un limite giustamente rigido che costrinse alla chiusura la maggior parte degli stabilimenti balneari ( 17 su 25) della cinta urbana fra Mergellina e Coroglio nei quali fu vietata non solo la balneazione, ma anche 95 BibliotecaGino Bianco
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