Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Ugo Leone poi aggiunti altri materiali inquinanti particolarmente dannosi costituiti da tutta la gamma degli olii lubrificanti e liquidi speciali usati dalle navi stesse e per l'attività aerea e meccanica che si svolge sulle portaerei. Da non trascurare è·, poi, anche l'inquinamento da mare provocato da navi e da natanti minori; inquinamento che, anche in questo caso, non è solamente di natura chimica (petrolio e nafta, olii di motori ecc.), ma anche batteriologico e di rifiuti in genere, dal momento che l'enorme numero di navi, vaporetti, aliscafi e altri natanti che attraversano il golfo e si fermano nel porto e nei porticciuoli, scaricano in mare le loro sentine il cui contenuto non si differenzia qualitativamente da quello degli scoli fecali urbani. L'inquinamento da terra, invece, è quello provocato, in proporzioni differenti, a seconda delle varie parti della zona costiera, sia dagli scarichi delle industrie sprovviste di idonei impianti di trattamento delle acque, sia dagli scarichi fognari incontrollati. Tutti gli scoli fecali della città dovrebbero essere convogliati, come è noto, nel pur insufficiente collettore fognario di Cuma. Al contrario nelle acque della zona. in esame sono stati rinvenuti inequivocabili segni di inquinamento chimico (detergenti domestici ecc.) e batteriologico (salmonelle, bacterium coli). È fin troppo evidente che la presenza dei batteri e delle sostanze rinvenute nelle acque costiere della città sta a dimostrare che la realtà è ben diversa dalla teoria e che esistono scoli a ·mare clandestini di acque fecali e immissioni abusive nelle fogne fluviali. Possiamo dunque affermare che nelle acque del litorale napoletano ci troviamo in presenza di un inquinamento di natura chimica (quello derivante dagli scarichi industriali), di natura microbica (proprio delle acque fecali) e di natura organica (proprio dei rifiuti di qualunque tipo e comunque versati in mare). Partendo da una eliminazione media approssimata di 100 miliardi di colifecali ·per abitante. al giorno e considerando il numero degli abitanti residenti nei comuni costieri oltre che del movimento turistico, Barletta e Marchetti calcolano per i 26 comuni costieri della provincia di Napoli uno sversamento quotidiano di 2 x 10 17 colifecali per oltre la metà versati nel litorale urbano napoletano. Ora, come è noto, i colifecali sono considerati un test classico per indicare la presenza di inquinamento, per così dire, di natura intestinale e la loro pres~nza indica anche la possibilità di una coesistenza di roicroorganismi patogeni (uova di vermi, protozoi, bacilli del tifo e del paratifo, virus dell'epatite virale e poliomelite ecc.). ' Soffermando l'attenzione solo su quei patogeni che hanno sicura im94 . . Biblio.tecaGino Bianco

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