Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Argomenti parte queste rigidità strutturali, ammesso che per alcuni beni importati esista una capacità produttiva interna non completamente utilizzata che possa consentire un rapido adattamento dell'offerta, è da rilevare che tale possibilità nel breve periodo si scontra con rigidità di altro tipo, quale quella dovuta alle distorsioni esistenti sul mercato del lavoro. Una riprova di ciò è costituita dalle difficoltà che in alcune aree ad alta agglomerazione industriale si vanno incontrando nel reperimento di manodopera nonché dalle diverse vedute degli imprenditori e dei sindacati circa il problema dell'utilizzzazione degli impianti. Riguardo al secondo aspetto, il peso delle importazioni sull'offerta nazionale di beni e servizi finali e intermedi, quanto si è appena accennato circa le caratteristiche strutturali dell'economia italiana porta a concludere per la rilevanza di tale quota, soprattutto per quanto riguarda i beni intermedi e di investimento. Del resto ciò risulta confermato dai dati riportati nella tabella 1. Questi si riferiscono al 1969, che è l'ultimo anno per il quale è possibile ottenere informazioni di questo tipo sufficientemente disaggregate per settori. Si noti che il totale degli inputs importati rappresenta ben il 22,4% degli inputs utilizzati e che la stessa percentuale risulta assai più elevata per la maggior parte delle attività di trasformazione, in particolare per quasi tutte le industrie manifatturiere (agricoltura, tessili, vestiario e abbigliamento, legno, metallurgiche, meccaniche, chimiche, gomma, carta e manifatturiere varie). Inoltre va tenuto presente che, co1ne risulta dalle elaborazioni riportate nell'ultima relazione annuale della Banca d'Italia, queste cifre rappresentano il risultato di una tendenza all'aumento nel tempo - dovuta alle caratteristiche accennate prima dello sviluppo produttivo italiano - che ha interessato i beni intermedi e di investimento e che probabilmente si è prolungata dal 1969 ad oggi non essendo da allora intervenuti mutamenti di fondo nella struttura della nostra economia 2 A questo punto è possibile entrare nel vivo della questione e porsi il problema di valutare gli effetti sui prezzi interni della recente progressiva svalutazione della lira. Le vicende di tale svalutazione sono note 3 • Qui basterà ricordare che dopo l'istituzione del doppio mercato dei cambi del 23 gennaio, che portò a una prima svalutazione della lira finanziaria, il 13 febbraio anche la lira commerciale si è distaccata dalla parità ufficiale, né in seguito è rientrata nel « serpente monetario» delle valute europee fluttuanti congiuntamente. Da allora la fluttuazione della lira ha 2 Relazione del Governatore della Banca d'Italia, Roma, Centro Stampa Banca d'Italia, 1973, p. 108. . 3 AA.VV.,Le vicende della lira, « Nord e Sud», Napoli, Maggio 1973. 65 Bi.bliotecaGino Bianco

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