Autori vari perché si possa parlare, sia pure a livello di singoli settori, di politiche salariali comuni e quindi di allineamento della contrattazione sindacale in un paese ai risultati più favorevoli ottenuti dai lavoratori addetti aHe medesime industrie in altri paesi. 3. Quali misure si possono prendere, a livello nazionale e sul piano internazionale, per bilanciare gli impulsi inflazionistici che vengono dall'esterno? La risposta più ovvia, è che, quando un singolo paese è sottoposto ad un'inflazione importata (cioè quando il livello dei prezzi all'interno cresce meno rapidamente del livello dei prezzi internazionali e quindi si registra un'eccedenza nella bilancia dei pagamenti), è necessario che le autorità monetarie di quel paese rivalutino la moneta nazionale rispetto al resto delle monete. Un misura di rivalutazione tuttavia - teoricamente necessaria dinnanzi ad un avanzo cronico della bilancia con l'estero - incontra difficoltà e suscita aspettative inflazionistiche che sono difficilmente contenibili. Il caso della Germania occidentale del 1969 è illuminante: la rivalutazione del marco tedesco ha comportato quell'anno un rialzo generalizzato dei prezzi internazionali, di cui in un secondo momento ha sofferto ancora una volta la Germania occidentale (che ha visto riformarsi l'avanzo nei conti con l'estero). Inoltre, la rivalutazione come misura permanente provoca aspettative negli speculatori sulle monete e di qui afflussi indesiderati di capitali che limitano la manovra della domanda globale. Infine, come dimostra l'esperienza dei paesi scandinavi, a meno di non annunciare in anticipo la rivalutazione monetaria, è assai difficile che i sindacati operai si astengano dal richiedere adeguamenti salariali in previsione che aumentino i prezzi dei beni salario importati a causa dell'inflazione internazionale. Se dunque il ricorso sistematico alla rivalutazione non è una misura efficace, occorre pensare ad altri provvedimenti che neutralizzino in parte o in tutto la pressione inflazionistica proveniente dall'estero. Tasse sugli esportatori (per abbassare i profitti delle industrie esportatrici ed impedire l'innesco di un'inflazione salariale che, originata nei settori esportatori, si diffonda al resto dell'economia) e sovvenzioni agli importatori (per impedire che l'aumento dei prezzi dei beni salario d'importazione si trasmetta, attraverso i meccanismi di scala mobile, in aumento dei costi di produzione e dei prezzi di tutta l'economia) sono misure teoricamente accessibili, ma praticamente contrastano con le regole del commercio internazionale o con l'adesione a trattati commerciali regionali. Gli esperti dell'OCDE, anche se fanno mostra di ottimismo, sono assai imbarazzati e quindi imprecisi nel proporre misure adeguate a fronteggiare l'inflazione di origine internazionale. Il più che essi possono sug58 BibliotecaGino Bianco
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