Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Autori var,i dita rispettivamente di più di 10 punti e di oltre 6 punti nei rispettivi termini di scambio. Il rincaro relativo delle importazioni italiane si deve attribuire per buona parte anche alla manovra di « svalutazione mascherata» della lira che, come è stato dimostrato sulle colonne di questa rivista (cfr. Le vicende della lira, « Nord e Sud », maggio 1973), le autorità monetarie italiane hanno portato a compimento nei primi mesi del 1973 dietro la facciata della « fluttuazione libera » della lira. La svalutazione di fatto della lira ha ridato ossigeno ad alcuni settori esportatori ed ha al tempo stesso introdotto, attraverso gli aumenti di prezzo delle importazioni, un nuovo fattore d'inflazione all'interno, comportando al tempo stesso un deterioramento della posizione commerciale complessiva del nostro paese. Da gennaio a maggio di quest'anno le importazioni sono aumentate in quantità (cioè a prezzi costanti del 1966) del 24,3 %, mentre le esportazioni sono aumentate iri quantità di circa il 34%. La spinta ad aumentare le esportazioni si è concentrata in particolare sulle industrie italiane pro-- duttrici di beni d'investimento (esportazioni cresciute del 51,4% da gennaio a maggio del 1973). 2. La pressione inflazionistica che ha origine dall'esterno e che non dipende dalle iniziative assunte dalle autorità monetarie di un paese riguardo al cambio, può propagarsi al resto del mondo in vari modi. In uno studio recente dell'OCDE (contenuto in Perspectives économiques de l'OCD'E, n. 13, luglio 1973), si dimostra in primo luogo che nei 17 maggiori paesi industrializzati dell'Occidente i tassi d'inflazione (cioè gli indici di prezzo impliciti del prodotto nazionale lordo), agli inizi degli anni '70 sono abbastanza uniformi da paese a paese. senza che ciò possa attribuirsi ad una sincronizzazione più stretta dei rispettivi cicli economici nazionali. In altri termini, le pressioni della domanda sulla produzione potenziale sono di segno e di durata diversi da paese a paese (per cui, in un dato istante, ad esen1pio· in Germania occidentale la produzione reale è prossima a quella potenziale mentre negli Stati Uniti, all'opposto, aumenta lo scarto tra prodotto effettivo e prodotto di piena occupazione; e così via), e ciò nonostante il tasso di inflazione di un pqese si avvicina a quello mediamente riscontrato negli altri. Gli analisti dell'OCDE attribuiscono questa circostanza al fatto che nei maggiori paesi industrializzati è cresciuto negli ultimi anni il ruolo del comm.ercio estero sulla produzione nazionale e che quindi le tensioni inflazionistiche che si originano in alcuni paesi si trasmettono, attraverso i prezzi dei beni a largo mercato internazionale, da un paese all'altro, indipen dentemente dall'andamento congiunt_urale all'interno. 54 . BibliotecaGino Bianco

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