Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Cronache meridionaliste industriale, a più alta intensità di occupazione, che avrebbero potuto concorrere a formare il cosiddetto tessuto connettivo della industrializzazione, utilmente integrando l'impegno delle aziende a partecipazione statale e contribuendo a renderlo più afficace e più produttivo di effetti moltiplicatori ». È lecito, quindi, domandarsi, come se lo è domandato il Ministro Donat Cattin, se è ammissibile che industrie ritenute nazionalmente necessarie debbano essere finanziate con l'alibi del Mezzogiorno; o che addirittura industrie economicamente impossibili, o quanto meno non convenienti dal punto di vista degli interessi generali, diventino artificiosamente possibili grazie all'accaparramento di rilevanti quote degli incentivi predisposti per industrializzare il Mezzogiorno. Tra l'altro, ci si deve pur preoccupare se affiora una tendenza a dirottare i fondi messi a disposizione della « Cassa » verso la formazione di un fondo di dotazione aggiuntivo e surrettizio per le aziende a partecipazione statale. È evidente d'altra parte che nel momento in cui si pone il problema di una industrializzazione differenziata e articolata, fondata sulla promozione di iniziative trainanti nelle attività manifatturiere, è chiamata in causa l'iniziativa privata. I colloqui milanesi dell'on. Giolitti forniscono indicazioni che autorizzano un sia pur controllato ottiJnismo. E comunque, l'iniziativa privata ha proprio qui, sul terreno della sua capacità di impegno nel Mezzogiorno, un banco di prova e un'occasione di rivincita. Ovviamente ci si deve augurare che sappia dimostrarsi all'altezza di questa occasione. Quanto ai sindacati, vale l'appello dell'on. Giolitti per la « mobilitià ed elasticità dell'impiego di lavoro »: casi come quelli che l' on. Giolitti ha denunciato non dovrebbero verificarsi e, quando si verificano, devono essere tempestivamente eliminati. Si tratta del caso di « una impresa disposta a trasferire alcuni reparti al Sud, ma che è impedita a farlo dalla pretesa che essa mantenga nel suo stabilimento settentrionale lo stesso livello di occupazione, mentre stabilinienti vicini sono alla ricerca di manodopera». Nel frattempo i risultati della « verifica » su ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia dei « pacchetti » sono tali da indurre a riconsiderare investimenti che non gli uomini, nia i fatti hanno messo in discus-· sione; e non si tratta di una riconsiderazione che mira a proporre alternative che modifichino impegni assunti da precedenti governi, ma di una riconsiderazione necessaria per predisporre· alternative che consentano di mantenere gli impegni dei precedenti governi: di mantenerli in quanto riguarda anzitutto e soprattutto i posti di lavoro promessi e che non possono più essere creati là dove i fatti hanno messo in discussione questa o quella componente dei « pacchetti ». Le verifica, quindi, deve essere 49 BibliotecaGino Bianco

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