Cronache 1neridionaliste a creare nel Mezzogiorno nuovi posti di lavoro e quindi a irnpedire che siano localizzati nel Nord nuovi impianti industriali che vantaggiosamente possono essere localizzati nel Sud. Inoltre, si devono sollecitare trasferimenti nel Sud di produzioni e di impianti che subiscono nel Nord i contraccolpi negativi della congestione urbanistica e che sarebbe grave errore voler ampliare, forzando situazioni che non poss!ono più essere forzate. Quanto alla politica degli investimenti sociali, non solo essa deve comprimere la propensione dei consumi individuali a crescere più di quanto non crescano i consumi collettivi, ma deve essere una politica di correzione e non di inseguimento degli squilibri; e quindi deve mirare anzitutto al risanamento e al'la rianimazione delle armature urbane del Mezzogiorno, attrezzandole di servizi adeguati alle esigenze dei cittadini e alle funzioni di « inquadramento terziario » del territorio proprie di tutte le armature urbane. A testimonianza di questo impegno del Governo, c'è il rifinanzimento per i programmi del Mezzogiorno a partire dal 1975. Come ha scritto l'altro giorno La Malfa a Domenico Bartoli, la politica del Ministro del Tesoro si propone di « aprire spazi» per la politica di sviluppo economico e civile del' Paese. L'onorevole Reichlin ha detto a Bari che si vogliono riempire tali spazi in modo tale da ripetere le contraddizioni e le incoerenze cui ha dato luogo il tradizionale meccanismo di sviluppo della economia italiana. No, certa,nente. Il discorso sul rifinanziamento dei programmi per il Mezzogiorno, sollecitato da Donat Cattin e recepito da La Malfa, va interpretato proprio come prenotazione meridionalistica degli spazi che la politica del Ministro del Tesoro sta cercando di aprire. Senonché questa prenotazione sarebbe fatalmente annullata qualora la spesa corrente dovesse aumentare incontrollata. Perciò l'impegno del Governo a contenere l'aumento detla spesa corrente è, per così dire, la condizione delle condizioni per il' mantenimento dell'impegno a rafforzare la politica meridionalistica. Così come il discors'o sugli errori è la condizione delle condizioni per il mantenimento dell'impegno ad aggiornare, nellà continuità, l'intervento straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ora, fra questi errori ci sono certamente quelli che Novacco, nella sua relazione barese, ha imputato alla « pendolarità dell'e strette strategiche, al gusto delle vie nuove prima che le vecchie siano state percorse e verificate ». Se si vuol tenere conto, come si deve, di questo rilievo, l'aggiornamento dell'intervento straordinario deve comportare un assestamento del pendolo e non implicarne una nuova oscillazione. Consideriamo anzitùtto l'esigenza di aggiornare i termini del rapporto fra interventi straordinari per l'agricoltura e interventi straordinari 47 BibliotecaGino Bianco
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