Italico Santoro turo dell'industria siderurgica, e non solo di ·quella siderurgica. È in atto un grosso sforzo per limitarne l'uso alle fasi strettamente necessarie: viene utilizzata la nafta ogni qual volta la sostituzione è possibile, si adottano procedimenti tecnici che limitano il consumo specifico di carbone per ogni tonnellata di ghisa. L'obiettivo di fondo, però, è quello di eliminare integralmente il carbone dai cicli di lavorazione della siderurgia. Anche l'approvvigionamento di minerale comincia d'altra parte a porre problemi. Quello che preoccupa, in questo caso, non è la scarsità ma la localizzazione della materia prima. Le riserve sono praticamente illimitate, superiori di certo ai 500 miliardi di tonnellate (di cui 300 accertate e le altre di recente individuazione), ma i giacimenti europei, che pure esistono, sono sfruttati sempre meno, sia perché le miniere si trovano in profondità e la manodopera locale è restia a lavorarle, sia perché il minerale è troppo povero. In molti paesi «nuovi», in gepere del Terzo Mondo, si può invece ottenere il minerale di ferro a costi di gran lunga più convenienti e con poco sforzo: molte miniere sono addirittura allo scoperto. Ma questi paesi, divenuti fornitori della siderurgia europea e giapponese, chiedono di poter esportare, invece della materia prima grezza, prodotti più elaborati e sui quali si sia formata una quota di valore aggiunto: chiedono, insomÌna, che l'arricchimento del minerale avvenga sul posto, e che ad essere trasferiti verso i paesi ricchi siano i semilavorati. Un'esigenza, oltretutto, che coincide con i moderni indirizzi di politica industriale dell'Occidente. Malgrado il ricorso ai più diversi correttivi, la siderurgia è certamente un settore inquinante, soprattutto nelle prime fasi della lavorazione, quelle dirette a produrre la ghisa e l'acciaio grezzo. Di qui la tendenza ad allontanare gli impianti dalle zone congestionate, che sono poi le zone ad alta concentrazione industriale, e a decentrarli invece verso aree finora periferiche nei confronti dello sviluppo. Dall'intersecarsi e sovrapporsi di questi problemi è alimentato il dibattito in corso sulla siderurgia nuova, o siderurgia del futuro. Si tratta di dare una risposta che possa fronteggiare contemporaneamente le esigenze emerse durante gli ultimi anni, e che rischiano di condizionare non poco l'ulteriore sviluppo del settore. Per ora le ipotesi prevalgono ancora sugli indirizzi definiti, ma sono ipotesi che cominciano a prendere forma. 32 BibliotecaGino Bianco
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