Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Italico San toro più moderni la capacità produttiva annua si aggira intorno ai dieci milioni di tonnellate di acciaio grezzo. Il panorama complessivo dell'industria siderurgica è quello, ormai ben noto, dei giganteschi altiforni che si stendono su aree molto vaste e sono in grado di sfruttare al massimo i vantaggi della lavorazione continua 3 • Nello stesso tempo, importanti modifiche si sono avute nelle fonti di approvvigionamento. Il carbone estratto dalle miniere della Ruhr, del Borinage, del Galles, ha perduto competitività nei confronti di quello nordamericano; il minerale di ferro della Lorena, proveniente da giacimenti poco ricchi e localizzati in profondità, è stato sostituito da quello, n1eno costoso, che può essere importato da paesi extraeuropei. I più antichi produttori di acciaio - tedeschi, inglesi, belgi, francesi - si sono trovati in questo modo ad aver bisogno sia della materia prima che dell'energia, l'una e l'altra in arrivo dall'estero: i grandi complessi a ciclo integrale hanno preso così la via del n1are, si sono localizzati lungo la costa, dove era possibile utilizzare nelle migliori condizioni il materiale importato. Ad accentuare questo processo è stata anche la comparsa del Giappone e dell'Italia nel novero dei maggiori produttori di acciaio. Tradizionalmente privi di materie prime e di riserve energetiche, i due paesi hanno potuto cogliere l'occasione offerta dal ciclo integrale costiero per dotarsi di impianti moderni e competitivi con quelli localizzati nei paesi a più antica vocazione. Si è parlato così di uno slittamento della siderurgia verso il mare, ed è certo che questi stabilimenti rappresentano finora quanto di più moderno sia stato espresso nel settore. Questa tendenza ha contribuito tra l'altro a modificare l'equilibrio degli altiforni all'interno del mondo industrializzato, tra quei paesi - ancora pochissimi - che producono acciaio in quantità apprezzabili. Alla posizione egemonica che gli Stati Uniti avevano nel 1952 fa riscontro invece, nel 1972, una sorta di distribuzione policentrica: Stati Uniti, Unione Sovietica, l'area del Mercato Comune e Giappone, i quattro «baricentri» della siderurgia 3 Con i grandi complessi a ciclo integrale si è affermata anche la supremazia dei prodotti piatti sui profilati necessari per la costruzione di· infrastrutture. I treni impiegati per trasformare l'acciaio in prodotti piatti hanno una capacità superiore ai cinque milioni di tonnellate annue, quelli necessari alla produzione dei profilati non superano le 500 mila. Pur di mantenere intatti i vantaggi nel ciclo continuo, i grandi complessi preferiscono sfornare prodotti piatti e trasformarli poi in profilati attraverso una successiva lavorazione. 30 _ BibliotecaGino Bianco

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