Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Sergio Gagliardo deve concorrere a limitare il disavanzo di Cassa dello Stato, e limitarlo soprattutto per quello che riguarda le spese correnti. E ciò perché, se un disavanzo di Cassa dello Stato, prodotto da spesa pubblica per investimenti, può rappresentare (anche se non sempre) una valida alternativa rispetto al volume di credito richiesto dal sistema produttivo, quando si tratta invece di spese correnti che vadano oltre un certo limite, la perdita che il paese subisce in fatto di prospettive di investimento, e quindi di sviluppo futuro, è abbastanza notevole ». Se si vuol trarre un significato un1voco dalle indicazioni quantiqualitative sinora prospettate, occorre partire da un approfondimento del pesante onere costituito in Italia dalla dilatazione della spesa corrente. Tale tipo di spesa costituisce, di fatto, un deterrente ad alto potenziale per l'economia nazionale, la cui carica inflazionistica è di gran lun.ga più accentuata di qualsiasi altro ele1nento patologico, cui può essere comunemente soggetta una moneta. Logica avrebbe voluto, in Italia, che al grave processo di degradazione inflazionistica si fosse reagito con la convinzione che uno dei pochi mezzi di difesa della moneta è costituito dal fermo più deciso contro un siffatto tipo di spesa. Non esistono politiche di controllo dei prezzi né provvedimenti selettivi del credito, infatti, veramente capaci di esprimere un'azione pari1nenti antinflazionistica. Quando dopo anni di errori e contraddizioni ci si è ricordati di una politica delle .L·iforme, invece, demagogia ha voluto che si pensasse ad una siffatta inversione di tendenza non in funzione sostitutiva dello sviluppo dei consum.i individuali, ma come azione aggiuntiva, quasi che il paese sia in grado di potere sostenere, ad un tempo, con le limitate risorse disponibili, e l'una e l'altra delle due alternative. « La strada da battere - ha sostenuto, ad esempio, «Rinascita» il 14 settembre scorso - era un'altra: ferme restando le spese correnti, si dovevano potenziare gli investimenti di carattere sociale in funzione del Mezzogiorno». Ma questo è il punto! Anche se le spese correnti sono state fermate al di là delle umane possibilità, l'assunzione di oneri ha dovuti tener conto (oltrecché dei riflessi della riforma dell'imposizione diretta, i cui risultati più modernamente positivi saranno avvertiti ad una certa distanza di tempo) soprattutto della continuità fra l'attuale governo- e quello che lo ha preceduto. Forse un'attività altrettanto efficace di quella delineata nella « Nota preliminare » avrebbe potuto cònseguirsi con un inaspriment<? dei livelli di pressione fiscale. Realisn10 esige si noti in pro24 . BibliotecaGino Bianco

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