Sergio Gagliardo l'incremento tra i due anni risulta pari ad· oltre il 21% , soprattutto a causa del costo di talune importanti riforme istituzionali, quali l'imposizione indiretta, l'ordinamento regionale e talune forme di assistenza sanitaria diretta. In definitiva, si può a questo punto concludere, prima di addentrarci nelle indicazioni formulate da La Malfa in riferimento al 1974, che se il bilancio dello Stato per il 1973 ha costituito uno strumento di espansione della domanda interna, tale obiettivo è risultato perseguito soprattutto mediante la dilatazione della spesa corrente che, a sua volta, è stata certamente condizionata da pesanti ipoteche di facile e disinvolta gestione della cosa pubblica. Il discorso, che potrebbe anche essere considerato superfluo, è invece di enorme rilevanza, ove si rifletta al fatto che un siffatto tipo di ipoteca aggrava in maniera considerevole il fenomeno della rigidità del bilancio. Impegni preesistenti ancora da rispettare e rigidità della spesa statale costituiscono, in effetti, due facce di una stessa medaglia: quella di una scarsa manovrabilità della spesa medesima da parte delle autorità decisionali. Se si riflette al fatto che un siffatto tipo di rigidità ipotecava già al principio del corrente anno la spesa pubblica all'82,7%, si comprendono agevolmente quali sono oggi i li1niti decisionali dei pubblici poteri in un momento, come l'attuale, contrassegnato purtroppo da gravi fenomeni inflazionistici. E si giunge così al recente discorso condotto innanzi dal Ministro del Tesoro con la sua « Nota preliminare » al quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione dello Stato per il 1974. Dall'analisi comparata dello stato previsionale della spesa per il corrente anno con i risultati già noti, nasce una prima puntualizzazione: dal disavanzo preventivato all'inizio si è progressivamente pervenuti, nel corso del 1973, a disavanzi sempre maggiori. Questo realistico rilievo costituisce assai probabilmente una delle motivazioni basilari di una scelta, innovativa rispetto al passato, che ha caratterizzato il bilancio di previsione per il 1974 dello Stato. Si è preferito procedere per questa via. Il Ministro del Bilancio e della Programmazione economica ha valutato che - per non determinare restrizioni di credito a danno dell'attività produttiva capace di compromettere la possibilità di aumento del 6% del reddito nazionale in termini reali e di aumentare, anzicché rallentare, il processo inflazionistico - il disavanzo di cassa del settore pubblico non debba superare i 7.400 miliardi di lire, a fronte dei 7.700 miliard~ previsti per il 1973. Si tratta di una valutazione, considerata 22 . ' BibliotecaGino Bianco
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