Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Da una « nota» all'altra Quando nella Nota preliminare si mette in rilievo lo sviluppo imponente che ha avuto la spesa corrente rispetto alla spesa per investimenti, si mette in evidenza come il consumismo individuale, a livello di decisione dell'amministratore pubblico, abbia avuto la netta prevalenza sui consumi collettivi e sociali. Questa scarna verità, tuttavia, è assai difficile ad intendersi; se è vero, come è vero, che alcuni organi di stampa (da ultimi, « Paese Sera » del 10 e « Rinascita >~ del 14 settembre) si sono dichiarati manifestamente « perplessi » dinanzi alle iniziative, di certo impopolari ma anche sanamente austere, portate innanzi - nella Nota - da Ugo La Malfa. Chi ha compreso, invece, il vero senso del documento predisposto dal Ministero del Tesoro - nel senso della drammatica situazione che esso dipinge, attraverso semplici cifre, e nel senso, altresì, dei sacrifici che essa chiede al paese n~l 1974 perché si ritrovino i margini necessari per operare in chiave di società moderna - ha anche avvertito che quello condotto innanzi da La Malfa verso il processo di risanamento economico e sociale nazionale costituisce, in fondo, l'ultimo tentativo serio, in termini finanziari, dell'Italia moderna. La nostra è una società che, pur derivando da forme di depressione secolare, aveva avuto la ventura, negli anni recenti, di tentare l'inserimento fra le società industriali più avanzate. Il tentativo è pressocché del tutto fallito, perché le risorse disponibili sono state vanificate dallo sperpero più assurdo, reso manifesto - lo si ripete - dall'accrescersi incontrollato, anzi secondato, dei consumi individuali (basti pensare a talune campagne promozionali per l'acquisto di perline di vetro e specchietti per le allodole, diffuse attraverso il monopolio televisivo) .. Tali consumi, proprio perché emulativi, non potevano non essere che di massa. La conseguenza è quella delineata in un commento che si vuol attribuire da taluno allo stesso La Malfa, allorché afferma che oggi « siamo talmente con l'acqua alla gola che, se vogliamo onorare le cambiali che tutti continuano a spiccare con disinvoltura estrema sulle finanze dello Stato, e non vogliamo nel contempo dare esca all'inflazione, non possiamo alimentare il sistema produttivo di quelle n1aggiori risorse. creditizie che probabilmente ne amplierebbero la ripresa oltre le possibilità attuali»(« La Voce Repubblicana», 11 settembre 1973). La « Nota » costituisce comunque la registrazione esatta e puntuale delle contraddizioni in cui è vissuta in tutti questi ultimi anni il paese. Essa rappresenta forse· un momento di riflessione, al di là del quale esiste solo la realtà dei colpi di piccone assestati alla finanza pubblica dagli interessi corporativi (si veda l'intervista che 19 BibliotecaGino Bianco

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