L'eresia della libertà di difesa, come difensiva, sia pure in ultima analisi e in termini di competizione pacifica, è la strategia della politica estera di Breznev. Il mito del socialismo in un solo paese mostra la corda: ma gli avvenimenti recenti mettono in crisi anche quello dello stato-guida del socialismo. I partiti comunisti dell'occidente Qui si innesta il discorso sui partiti comunisti occidentali. Tralasciamo lo squallido conformismo del pc austriaco, che ha volentieri concesso il suo organo ufficiale alla propaganda sovietica per uno dei più violenti attacchi ai dissidenti apparsi in occidente. Consideriamo invece i due partiti comunisti più rilevanti per forza elettorale, il francese e l'italiano. Georges Marchais, segretario del Pcf, non ha esitato, come abbiamo visto, ad abbracciare acriticamente le tesi ufficiali di Mosca sulla dissidenza, insistendo sull'esiguità del numero dei dissidenti; e ha portato avanti un cinico discorso di Realpolitik sostenendo in sostanza che la distensione val bene il sacrificio di « pochi scontenti ». L'Urss resta dunque per il Pcf la grande madre del socialismo: ma non è questa l'opinione di molti comunisti francesi. Alcuni intellettuali fiancheggiatori o vicini al partito hanno apertamente condannato la repressione, come Jean-Paul Sartre o Pierre Daix: nella base operaia o piccolo-borghese serpeggia il malcontento per l'allineamento dei vertici del partito alle tesi del Cremlino, come ha rilevato il settimanale socialista « Le nouvel observateur ». In sostanza, Marchais ha seguito in patria la stessa tattica di Breznev nell'Urss: rigido centralismo, stretta ideologica, rifiuto di un confronto serio su un problema scottante, non tanto con la destra gollista, quanto con gli alleati socialisti, fermi sostenitori del dissenso. Il Pcf difende dunque il suo ruolo di massimo partito della sinistra: ma appunto si limita a difenderlo, elevando terrapieni intorno alle disposizioni dei vertici. Per il partito comunista italiano _il discorso è più sfumato· e complesso. Il Pci rappresenta per molti aspetti il massimo esempio di indipendenza dall'Urss nella geografia internazionale dei partiti comunisti.. Ma tale sua indipendenza, che raggiunse la sua espressione più nota all'epoca del <.< dissenso » sull'invasione della Cecoslovacchia, e che viene riassunta teoricamente ancora dall'« unità nella diversità » di Togliatti, ha dei limiti qualitativi invalicabili. 15 B.ibliotecaGino Bianco
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