Sandro .Bonella chiarezza soltanto dopo il rapporto Kruscev nel ''56 - potevano con qualche successo ammantarsi dietro l'alibi della «necessità» di consolidare la rivoluzione, di resistere alla controffensiva del capitalismo. C'è qualcosa di apocalittico e di sinistramente eroico dietro la storia della Russia di Stalin. Oggi la realtà è profondamente mutata. L'Urss non è più isolata, la sua rivoluzione non è precaria per pericoli esterni. Al centro di un solido sistema imperiale, ha da tempo il rango indiscusso di seconda potenza planetaria. Perché dunque si impiega ancora la repressione del dissenso, e le frontiere vengono tenute ermeticamente chiuse all'aria dell'occidente? La risposta sta nel fatto che la stessa denuncia dello stalinismo è stata strumentale e ha offerto un comodo alibi ai comunisti sovietici e non sovietici. Addossando a un solo uomo, per quanto potente, i crimini e i fallimenti della società sovietica, si è evitato di metterla in discussione. Si è trattato; in certo senso, di un esorcismo alla rovescia. Ma Stalin è morto da vent'anni: dal 1953 ci sono state le esperienz~ del disgelo kruscioviano, della distensione con l'occidente, dell'avvio di piani quinquennali tesi a produrre « burro e non cannoni». Eppure i piani non hanno funzionato: fallita la politica agricola, è fallita nei fatti anche la prospettiva di costruire un'economia di benessere, tanto che oggi Mosca vede nell'assistenza tecnologica, industriale e commerciale dell'occidente l'unica possibilità · di imboccare questa strada. Parallelamente i timidi segni di liberalizzazione interna sono stati bruscamente cancellati ed è ripresa la caccia alle streghe. Kruscev aveva lanciato una sfida all'occidente, in termini che oggi si definirebbero di qualità della vita. La sfida è fallita, e Kruscev è caduto anche per questo. I suoi successori sono la dimostrazione evidente che le accuse a Stalin non bastano a spiegare i fallimenti del sistema sovietico. L'opaca struttura burocratica dell'Urss, misero residuo degli anni eroici della grande rivoluzione, tende a perpetuare se stessa ed esprime leaders, come Breznev, che le sono congeniali. Allo slancio prest,o rientrato della stagione kruscioviana è succeduto il ripiegamento della sopravvivenza di una struttura autoritaria. Da ciò anche il timore del confronto con l'occidente, la repressione della dissidenza interna che tende a sollevare il coperchio di una diffusa insofferenza a restare chiusi nei panni stretti di un grigio conformismo. . · La qualità di fondo dell'attuale stretta autoritaria è dunque 14 BibliotecaGino Bianco
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