, L'eresia della libertà dente, con una decisa osmosi di esperienze e di strutture sociali e politiche. Ciò che interessa a Mosca, invece, è di ottenere la garanzia dello status quo a occidente, di stabilire proficui rapporti tecnici con i paesi più avanzati per sviluppare la propria tecnologia in molti settori arretrata, di poter rivolgere in piena libertà di azione il peso della propria potenza sulla frontiera con la Cina. Ciò comporta, nella logica dei dirigenti del Cremlino, una stretta ancora più rigida sugli alleati europei per evitare il rischio - improbabile - di una nuova Cecoslovacchia, e una politica da Sillabo ideologico all'interno dell'Urss. Si tratta di una strategia politica, per molti aspetti, difensiva, almeno nei confronti dell'occidente, con cui evidentemente si teme il libero confronto. Ma si tratta soprattutto dell'evidente testimonianza di una sconfitta storica dell'Urss, cinquantasei anni dopo la rivoluzione d'ottobre. I dirigenti del Cremlino hanno ancora bisogno della mistica dell'assedio per perpetuare il proprio potere e il proprio sistema sociale e politico. Il disgelo interno di Kruscev si è rivelato una breve illusione, e nella Russia di Breznev l'ironia profetica di Orwell è quanto mai attuale. L'alibi dello stalinismo Genericamente, la svolta autoritaria in atto nell'Urss dall'inizio degli anni Settanta, viene spesso definita neo-stalinismo. Dello stalinismo ha la stessa intolleranza di fondo, la stessa concezione rigida dell'ortodossia, lo stesso impiego di mezzi coercitivi illegali - anche per la legislazione sovietica - per colpire chi ha il coraggio di criticare il sistema. Diversamente dallo stalinismo, essa non impiega più i metodi spietati del dittatore georgiano: i dissidenti oggi non corrono il rischio di venire giustiziati, o di « sparire » misteriosamente ad opera della polizia segreta. La loro voce riesce a giungere in occidente nonostante gli sforzi contrari di Mosca: possono essere internati nei lager e nei manicomi, e sottoposti a spietate pressioni fisiche e psicologiche, ma, almeno direttamente, non rischiano la vita. Ma quest'ultima è una differenza. di ordine puramente quantitativo, irrilevante ai fini di una definizione delle caratteristiche ideologiche della repressione. La differenza di fondo tra il terrore stalinista e la repressione attuale sta nel contesto storico in cui si sono espresse. I ,;rimini di Stalin - la- cui portata è emersa con 13 BibliotecaGino Bianco -
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