Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

I La marcia su Roma: consuntivo di una rievocazione lo stesso Grandi - nel fatto che questi riteneva superflua la commedia della insurrezione. Giudicare ora chi dei due avesse una visione più esatta e realistica delle cose, è di estrema difficoltà, perché il « successo» dell'una esclude, o meglio assorbe, le possibilità dell'altra. Su un dato di fatto piuttosto rilevante i risultati delle ricerche condotte dallo scrivente divergono da una affermazione del Grandi. Questi scrive che Vittorio Emanuele III, prima della andata di Facta al Quirinale, aveva conferito con Federzoni e Orlando. Il Federzoni, in un articolo sul Giornale d'Italia, sembra confermare questa circostanza; senonché nel corso di uno scambio epistolare che lo scrivente ebbe con lui, confermò che la sua visita fu successiva. Quanto a V.E. Orlando, debbo escludere che abbia patrocinato la soluzione puramente e semplicemente fascista. Egli mirava alla soluzione Giolitti-Mussolini, e non si può escludere del tutto che mirasse a una soluzione Orlando-Mussolini. I contatti che Orlando ebbe con D'Annunzio - e sui quali le notizie sono scarse e confuse - autorizzano entrambe queste ipotesi. Peraltro dalle memorie di Francesco CoccoOrtu, che incontrò Orlando verso il mezzogiorno del 28 ottobre nel corso delle consultazioni della Corona, sembra doversi desumere che l'Orlando patrocinasse una soluzione Giolitti-fascisti. Che l'Orlando abbia detto al Grandi ciò che questi ora riferisce, è possibile e anche... comprensibile. Orlando era un sommo giurista, ma non aveva una indole leonina! Quanto alla valutazione dell'evento, il dissenso dello scrivente dal giudizio del Grandi non può essere se non radicale, quanto meno sul tema di fondo. Si può consentire con lui nel giudizio negativo verso la classe politica del tempo (e nel saggio su citato se ne è trattato lungamente), ma non sembra assolutamente possibile concordare sul concetto dell'azione rigeneratrice del fascismo. Non si può disconoscere che a una classe dirigente fiacca e stanca il fascismo al potere ne sostituì una energica e dinamica, ma di qui a parlare di « rigenerazione», ci corre. Talvolta neppur:e una rivoluzione è sufficiente a rigenerare il tessuto di una società: e il fascismo tutto fu meno che una rivoluzione, come ebbe a riconoscere lo stesso Mussolini durante le meditazioni di Gardone. In realtà l'avvento del fascismo al potere fu - ad avviso di chi scrive e accogliendo la definizione di Angelo Tasca - una « controrivoluzione postuma e preventiva» al servizio delle classi padronali, soprattutto agrarie, alle quali ·il Grandi fu molto vicino. «Postuma»,· perché il cosiddett~ pericolo russo era ormai scomparso - ammesso che vi sia mai stato - fin dal fallimento dell'occupazione delle fabbriche, e cioè prima ancora che il fascismo iniziasse le sue massicce spedizioni «punitive», miranti appùnto a evitare che una 121 BibliotecaGino Bianco

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