Ermanno Corsi Si è stati, così, costretti ad affrontare questo grave problema. La resistenza degli abitanti di Pianura è stata vinta solo con la promessa di una rapida costruzione dei nuovi impianti di recupero e trasformazione dei rifiuti. Il 4 maggio 1973 la Giunta comunale ha approvato una delibera con la quale sono stati affidati, a trattativa privata, alle società Sorain di Roma e Sopoma di Napoli gli incarichi per la realizzazione di due grossi impianti di recupero, trasformazione e incenerimento dei rifiuti. Le due società dovranno provvedere alla costruzione e gestione di due stabilimenti della potenzialità complessiva di 1.200 tonnellate giornaliere. La Commissione giudicatrice del concorso (sindaco, vice-sindaco, assessore alla Nettezza Urbana, assessore all'Igiene e Sanità) hanno stabilito che il progetto della società Sorain dovrà sorgere in via Cupa Napoli a Pianura. Produrrà pasta di carta, mangime, compost e procederà al recupero di materiali ferrosi. In questa zona saranno realizzati tre forni di incenerimento della potenza unitaria di 150 tonnellate al giorno. Alla società sarà corrisposto un com-- penso forfettario di 3.775 lire per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti.. La società Sopoma dovrà costruire il suo impianto di trasformazione e recupero dei rifiuti, della potenzialità minima giornaliera di 600 tonnellate, su un suolo ricadente nel Consorzio per l'area di sviluppo industriale di Napoli, propriamente nell'agglomerato di Giugliano-Qualiano. L'impianto provvederà· ad una particolare trasformazione biochimica delle parti organiche dei rifiuti solidi, con produzione di concimi (micro e msto) acido umico e sali dervat. Alla società il Comune si è impegnato a corrispondere un compenso forfettario di 3.500 lire per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti. Le due Società, che si impegnano a sostenere lavori per 7 miliardi, avranno la gestione degli impianti per 25 anni durante i quali riceveranno, dal Comune, ben 29 miliardi. È a questo punto, mentre sembra che tutto si sia svolto in assoluta regolarità e nell'interesse della cittadinanza, che si scopre lo scandalo dell' « inceneritore d'oro ». Otto magistrati del Comitato giuridico di difesa ecologica, denunciano alla Procura della Repubblica che la SOPOMA è una società di comodo e chiedono l'incriminazione del Sindaco, del vice sindaco e dei due assessori (Nettezza Urbana, Igiene e Sanità) per abuso e interesse privato in atti di ufficio. Nel «rapporto», da loro elaborato dopo lunghe indagini fatte sui pubblici registri, si rileva che nella seduta di Giunta del 30 giugno 1971 fu inspiegabilmente deciso di accantonare il progetto per ~a costruzione in proprio, da. parte del Comune di Napoli, di 112 . BibJioteca.GinoBianco
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