, Napoli città problema serv1z10 che ha fatto registrare le più gravi disfunzioni e carenze, che ha dato luogo alle proteste più clamorose. Chi ha gestito l'Assessorato alla Nettezza Urbana si è sempre trovato tra due fuochi: da una parte il malcostume amministrativo, tipico del Comune di Napoli, che induceva a soggiacere alle pressioni clien~ telari ed al mantenimento di una situazione aberrante a livelJo di utilizzazione del personale, e dall'altra le crescenti, furiose proteste della cittadinanza. Il colera, nato dalla sporcizia, è anche il frutto della mancanza di una scelta. Pulizia e immondizia non sono fatti casuali, ma conseguenze di una scelta o, anche, di una non-scelta. Il colera non scoppia perché una città ne ha la vocazione. Né una città vive assediata dai rifiuti perché questo è il suo destino. Alcuni mesi fa, soprattutto per l'incalzare delle Sinistre, l'Amministrazione comunale dovette render conto, al Consiglio, de] modo con cui effettuava la pulizia della città: un modo lacunoso, discontinuo, frammentario. Ne venne fuori un quadro agghiacciante. Di fronte a precise contestazioni, l'assessore Cerciello dovette riconoscere che ogni giorno un terzo di città rimaneva priva dell'importante servizio costituito dallo spazzamento delle strade e dalla rimozione dei sacchetti a perdere. In sostanza, delle 1.200 tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno dalla città, solo metà veniva prelevata e trasportata allo scaricatoio comunale. L'altra metà rimaneva a « decorare» le strade cittadine. I cumuli dei sacchetti diventavano non solo il principale elemento di « negazione turistica », ma avido pascolo di cani, gatti e topi, veicolo delle gravi malattie infettive che a Napoli sono da molti anni endemiche. Il dato più indicativo del pessimo funzionamento della Nettezza Urbana, fu espresso dal fenomeno dell'assenteismo dei netturbini. Questi lavoratori sono, sulla carta, 2.558. Un buon 30 per cento ogni giorno manca all'appello per i motivi più vari: malattie, riposi, infortuni. Senza contare che un gran numero viene ogni giorno «distratto» da altri compiti che nulla hanno a c~e vedere con quelli per i quali il Comune li ha assunti. Qui conviene ricordare che ai tempi delle Amministrazioni laurine la Nettezza Urbana era considerata una delle str~de più sicure per entrare nella « grande famiglia » dei dipendenti comunali e per conquistare, così, un « posto fisso ». Accadde che molti laureati (sopratutto in Giurisprudenza) vennero assunti dal « Comandante » per chiamata diretta come netturbini. Naturalmente era. solo un modo per entrare in Palazzo San Giacomo. Presi come netturbini, i laureati 107 BibliotecaGino Bianco
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