Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Antonino De Arcangelis È d'altronde prova della particolare gravità del fenomeno nella provincia di Napoli il fatto che essa dopo i cinque ultimi anni si e ritrovata in una condizione peggiore di quella di partenza del fenomeno (27 morti su 100.000 abitanti, nel 1971, in luogo dei 22 registrati nel 1967) e la Campania ha dato luogo alla stessa espressione, anche se meno vistosa, mentre l'Italia è ritornata esattamente al valore di partenza (15). Lo sviluppo dei focolai di colera in Italia, con partenza dal territorio in condizioni sanitarie più critiche della regione campana trova dunque la sua spiegazione più attendibile proprio nel disordine ecologico, in particolare batterico, della regione e della provincia esaminata. Non è forse il caso di prendere in esame la maggiore o minore gravità dell'inquinamento chimico-fisico rispetto a quello determinato da microrganismi; è sufficiente tuttavia ricordare che l'inquinamento batterico, a differenza dell'altro, è fonte di risonanze vastissime e profonde attraverso il meccanismo del contagio interumano che allarga il danno, teoricamente, senza limiti di· sorta, soprattutto se, come accade nel colera, può utilizzare soggetti portatori sani che rappresentano un vero e proprio pericolo e che restano il presupposto per la istituzione di quelle endemie morbose che possono caratterizzare negativamente un territorio per anni se non per sempre. In altre nazioni che denunciano il colera- endemico l'obbligatorietà della vaccinazione per i visitatori rappresenta il riconoscimento ufficiale dell'impossibilità a sradicare la malattia, ma quell'impossibilità ha tante amare giustificazioni di sottosviluppo palese. Da noi, qualora il fenomeno coleroso dovesse protrarsi nel tempo, sia pure contenuto nell'estensione territoriale, improbabile, ma non i1npossibile, sarà il suo riconoscimento ufficiale. Qualora dovesse aversi, da parte delle autorità sanitarie internazionali, ne scaturirebbe un motivo preciso perché venga sancita la separazione del territorio colpito dal resto dell'Europa, dando amara conferma alle tesi di quei meridionalisti che ne hanno paventata l'ipotesi sul piano meno drammatico ma altrettanto concreto della necessità di riscatto. Ma anche nel caso in cui non si dovesse giungere a quel riconoscimento, magari per salvare il prestigio del continente, ma senza evidenti prove di reale bonifica, e dunque non si dovesse richiedere la vaccinazione preventiva ai turisti, la Campania o la regione che ne restasse colpita endemicamente, si troverebbe davanti a nuove difficoltà di riscatto ben più gravi di quelle alle quali finora non si è provveduto. 104 . BibliotecaGino Bianco

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