Perchè a Napoli di Antonino de Arcangelis Non riteniamo si possano fare analisi approfondite del fenomeno coleroso in Italia, anche dal punto di vista esclusivamente epidemiologico, prescindendo dal discorso ecologico che già da anni si trascina in Italia senza dare concrete manifestazioni di sblocco. A questo colera, che ha profondamente turbato un'estate fra le più tradizionali dal punto di vista climatico, va tuttavia riconosciuto l'unico merito di avere portato improvvisamente sul banco dei problemi più urgenti, la necessità del risanamento ecologico della nazione. L'apparizione del colera, con il significato di arretratezza · e di miseria che questo nome comporta, ha consentito, come la parte emersa degli icebergs, il riconoscimento indiscusso di una massa di problemi nascosti che si trascinano da decenni minacciando ogni concreta forma di riscatto collettivo del Paese. Ma se la malattia nuova impone considerazioni di carattere ecologico, queste dovranno, in primo luogo, puntualizzare la distinzione fra inquinamento chimico e inquinamento batterico: una distinzione non di carattere formale, ma fondamentale al fine dei programmi di soluzione, che si possono ottenere soltanto con la ricerca della diversità delle fonti di inquinamento e dei diversi metodi di bonifica. Sarà dunque il caso di tenere conto del fatto che l'inquinamento chimico, o meglio chimico-fisico, prevale nei territori industrializzati mentre quello di natura batterica è più diffuso nei territori dove la mancata industrializzazione comporta fatalmente la decadenza economica, e dunque igienico-sanitaria, della popolazione in quanto ne impedisce il riscatto sui piani più elementari. Più grave è, naturalmente, il sommarsi dei due tipi di inquinamento, come quello rilevabile nel territorio napoletano, che finiscono per avere ciascuno un effetto peggiorativo sull'altro e per puntare più decisamente al danno immediato della -salute individuale e collettiva. Lo sviluppo del grosso focolaio colerico a Napoli costituisce la palese conseguenza del deterioramento e dell'abbandono subìto dal 99 Biblioteca Gino Bianco
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