Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Vittorio Barbati dei due può permettersi il lusso suicida di abbassare la guardia. Entrambi però possono ridurre il costo di questo equilibrio, se riescono a trovare un sistema di garanzie reciproche soddisfacente. E, cosa ancora più importante per tutti gli attori della scena internazionale, possono utilizzare questo equilibrio come strumento di manovra nei confronti di qualsiasi altro paese. Diciamo che gli accordi - espliciti o taciti, formali o sostanziali - conclusi dai due grandissimi soprattutto a partjre dal maggio dell'anno scorso hanno sempre un doppio significato, riguardante da un lato i rapporti diretti fra gli USA e l'URSS e, dall'altro, i paesi « terzi » di tutti i continenti. A cominciare, naturalmente, da quelli europei. Durante il loro recente «vertice», Nixon e Breznev hanno concluso alcuni accordi sui quali non è inopportuno soffermare l'attenzione. È bene dire subito che si è trattato più di accordi di principio che di patti vincolanti. L'impegno di firmare, entro il 1974, un trattato per la limitazione degli armamenti strategici che completi quello sottoscritto l'anno scorso a Mosca rappresenta un'indubbia manifestazione di buone intenzioni ma niente di più: i problemi tecnici da risolvere, ·soprattutto per quanto riguarda gli aspetti qualitativi della questione ed i relativi controlli (una cosa è controllare, anche a mezzo di satelliti, quante sono le postazioni di missili esistenti e un'altra cosa è vedere quante testate questi missili contengono nelle loro ogive e se queste testate sono «pulite», ossia poco radioattive, o « sporche », ossia molto radiottive ), sono immensi e non si può sapere se sarà possibile risolverli entro la data fissata. Niente esclude tuttavia che, per rispettare l'impegno, le due potenze sottoscrivano, entro quella data, un altro accordo parziale, che includa i problemi risolti e lasci spazio per ulteriori trattative e per ulteriori perfezionamenti. Del pari teorico si può considerare l'impegno di « non aggressione» e di consultazioni reciproche -per scongiurare una guerra sottoscritto dai due leaders. La storia è piena di patti di non aggres.:. sione violati e questo Nixon e Breznev, mentre sottoscrivevano il patto in questione, lo sapevano certo molto bene. In sostanza, si è trattato di un'altra affermazione di buone intenzioni. O, se si preferisce, della formalizzazione di uno stato di fatto che esiste già da parecchi anni: la « non aggressione» fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica è imposta, e ragionevolmente lo sarà per parecchi anni ancora, dall'equilibrio nucleare; ed anche le consultazioni fra le due parti non sono una cosa nuova, dato che esse hanno in comune da un pezzo una linea di comunicazione diretta, la cosiddetta 28 BibliotecaGino Bianco ·

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