Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ermanno Corsi Forte di questa interpretazione e sviluppando· la tesi che nessuno dei quattro partiti di centro aveva dato indicazioni alternative alla formula di solidarietà democratica., il 12 maggio Scelba si fa autoriz..: zare, dal Consiglio dei ministri, a presentare le dimissioni del Governo al nuovo capo dello Stato « unicamente in segno di doveroso omaggio, anche se formale». Scelba, accompagnato dal sottosegretario Scalfare, va al Quirinale portando con sé i verbali della seduta del Consiglio dei ministri per dimostrare, inconfutabilmente, che questa è la motivazione delle dimissioni. Gronchi è preso in contropiede. Non può muoversi. Il colloquio al Quirinale dura, insolitamente, più di due ore. A tratti è tempestoso. Da fuori si sentono le voci concitate di Gronchi e di Scelba. Questo primo raund è, comunque, favorevole al presidente del Consiglio. Il Quirinale è costretto a rigettare le dimissioni. Scelba ne trae incoraggiamento per ]avorare a rinsaldare la coalizione governativa .. Pensa che si può ancora rilanciare l'azione programmatica mediante un rimpasto che porti a responsabilità ministeriali autorevoli esponenti democristiani di « Iniziativa democratica» e un repubblicano. Il PRI, però, conferma la sua volontà di rimanere fuori del Governo e fuori della maggioranza. La Direzione nazionale della DC, riunita il 21 giugno alla Camilluccia, fa una puntuale cronistoria degli avvenimenti politici e non risparmia critiche al Governo. Nel pomeriggio inoltrato, prima che i lavori finiscano, Scelba si reca al Quirinale. Ha con Gronchi un colloquio di oltre un'ora, in una atmosfera particolarmente accesa. Scelba espone la sua idea del rimpasto. Gronchi non la ritiene sufficiente. Gli mostra, anzi, una copia dell'ordine del giorno che la Direzione della DC si appresta a votare e nel quale si afferma che « il rimpasto non può essere considerato, allo stato delle cose, come mezzo sufficiente per ricostituire l'intesa tra i partiti della coalizione democratica ». Scelba non nasconde la sua sorpresa. Capisce di essere stato preceduto al Quirinale e che, ormai, il suo partito lo abbandona. Il giorno dopo, 22 giugno 1955, Scelba ritorna al Quirinale. Questa volta le dimissioni del Governo non sono « un atto puramente formale». Il colloquio con Gronchi è rapido, l'accettazione delle dimissioni immediata. ERMANNO CORSI 236 BibliotecaGino Bianco

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