Scelba e Saragat al Governo di scena. Gronchi conquista il primo posto con 281 voti. Merzagora lo segue con 245. Non tutti i socialisti e i comunisti hanno votato scheda bianca. Una buona fetta di loro ha riversato i voti sul presidente della Camera. Nelle file della DC c'è grande scompiglio. Si intrecciano riunioni diurne e notturne, contatti con gli altri partiti della coalizione governativa. L'impossibilità di una candidatura ufficiale del « quadripartito» viene confermata regolarmente. La DC rivendica il diritto di presentare un suo candidato, sia pure un indipendente come Merzagora. Il PLI non può, sia pure per motivi di principio, abbandonare Einaudi. Merzagora decide di non mollare. Non resta che convincere Gronchi a ritirarsi. Zoli e Fanfani (sono le massime autorità della DC) vanno a fargli visita nel suo ufficio di Montecitorio. Gli illustrano l'imbarazzo del partito. Gronchi dà una risposta disarmante: « Come posso ritirare la mia candidatura dal momento che non l'ho mai presentata?». Il giorno dopo, prima che riprendano le votazioni, Merzagora ha un ripensamento. La missione di Zoli e Fanfani presso Gronchi è fallita in pieno. Non gli resta che ritirarsi dalla competizione. Così Gronchi diventa, automaticamente, il candidato della DC, non scelto dal partito, ma imposto dalla « congiura delle opposizioni». Nel pomeriggio del 29 aprile si procede al quarto scrutinio. Alle 17 e 5 Gronchi è presidente della Repubblica con 658 voti. Ha preso voti da destra, dal centro e da sinistra 12• Scelba si allontana dal banco del Governo visibilmente contrariato. Gronchi giura fedeltà alla Repubblica ed alla Costituzione 1'11 maggio (il giorno prima Giovanni Leone viene eletto presidente della Camera). A Scelba non resta moito tempo per presentare le dimissioni del Governo al nuovo Capo dello Stato. Questo, da parte del presidente del Consiglio, dovrebbe essere un semplice atto di omaggio. Le dimissioni dovrebbero essere, quindi, respinte configurandosi come un gesto puramente formale come lo furono per De Gasperi quando le presentò ad Einaudi. Ma Scelba ha fondati tin1ori che Granchi le consideri buone a tutti gli effetti e non esiti ad accettarle. Si assiste ad una vivace disputa sulla sfera dei poteri e sulle iniziative che gli ar-' ticoli 89 e 92 della Costituzione assegnano al presidente della Repubblica in fatto di crisi di Governo. Tali articoli limitano obiettivamente il campo di ~zione del presidente della Repubblica. 12 Nel gennaio del 1962, sette anni dopo, Indro Montanelli scriverà, sul "Corriere della Sera", che l'elezione di Granchi « fu il primo e più clamoroso episodio di 'milazzismo' » reso possibile, per gran parte, dal 'pragmatismo' senza principi delle sinistre italiane. 235 Bibl·iotecaGino Bianco
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