Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

E nnanno Corsi di ridurre la socialdemocrazia ad un elemento secondario della vita politica italiana. Scelba si rende conto che, mentre lui era in America alla ricerca di aiuti e appoggi, in Italia le cose avevano camminato molto. Adesso non ha altra alternativa: deve scegliere tra chiarificazione con rimpasto immediato o crisi. Comunque, un'altra circostanza - l'imminente elezione del successore di Einaudi - gli consente di rinviare la scelta. Pensa, anzi, di affrontare questa nuova circostanza con molto vigore in modo da trarne vantaggio per la durata del suo Governo. La « carta presidenziale » può essere decisiva. In un primo momento, Scelba è per il reincarico a Einaudi. Pensa che così i liberali, soddisfatti per l'importante risultato, non vorranno mettere in crisi il Governo che li ha aiutati nel conservare la più alta carica dello Stato. Contro la riconferma del presidente uscente si dichiara, però, Fanfani nel corso di un «vertice» che i notabili democristiani tengono alla Camilluccia. « Quattordici anni di presidenza, dice il segretario della DC, sono troppi e dobbiamo evitare di dare l'impressione che la Presidenza (},ellaRepubblica possa diventare una specie di consolato a vita». La DC sceglie come suo candidato l'indipendente Merzagora, presidente del Senato. Merzagora non riesce, tuttavia, a diventare né il candidato di tutta la DC, né del quadripartito. Non è un mistero per nessuno, ad esempio, che Gronchi, presidente della Camera, si sente un concorrente con tutte le carte in regola. Anzi, le sue quotazioni salgono enormemente dopo il discorso tenuto il 22 aprile alla Camera per celebrare il decennale della Liberazione. È un discorso tutto teso alla esaltazione dei valori della Resistenza. Gronchi non ha n1ai nascosto la sua ostilità verso il centrismo, come non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per Nenni e per l'apertura a sinistra. Scelba si butta a capofitto a sostenere Merza1 gora che è di idee opposte e che, comunque, preannuncia di volersi mantenere fuori della mischia politica e di essere soltanto un custode della Costituzione. La mattina del 28 aprile 1955 il Parlamento si riunisce. Il primo scrutinio Parri è in testa con 308 voti (comunisti e socialisti). Seguq.o Merzagora con 228 (democristiani), Einaudi con 120 (socialdemocratici e liberali), Gronchi con 30 (democristiani di sinistra). È chiaro che non tutti i « grandi elettori della DC» hanno votato per Merzagora. Il secondo scrutinio rivela chiaramente che la lotta è tra Merzagora e Gronchi. Il presidente del Senato si mantiene sui 225 voti, il presidente della Camera balza a 127. Socialisti e comunisti hanno votato scheda bianca, Einaudi scende a 80. Al terzo scrutinio il colpo 234 BibliotecaGino Bianco·

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