Scelba e Saragat al Governo non ha fatto né la rivoluzione, né le riforme. Alla quarta Conferenza nazionale del PCI, che ha il valore di un congresso, queste accuse diventano materia di autocritica da parte di numerosi dirigenti comunisti. Non si può non rilevare che i voti del PCI sono aumentati, ma che il mordente del partito è diminuito. Il 7 giugno '53 è stato la vittoria delle sinistre, ma dopo quella data i comunisti si sono trovati ancor più isolati di prima. La base rimprovera i vertici di aver com~ battuto stancamente il riarmo tedesco al punto che non si sa più se il PCI vuole la guerra fredda o la coesistenza armata. Si chiede perché il partito non lotta contro l'aumento del costo della vita invece che soltanto per gli aumenti salariali. Togliatti ha sempre sostenuto la necessità del dialogo coi cattolici sul tema della pace e sugli altri argomenti di fondo sui quali c'era disaccordo. Tale dialogo - si obietta alla Conferenza del 7 gennaio - sembra aver portato spesso non alla conversione dei cattolici al comunismo, ma dei comunisti al cattolicesimo. I vertici, a loro volta, accusano la base di stanchezza e la CGIL di gravi deficienze organizzative e programmatiche. Senza dubbio il travaglio comunista agevola i « cauti sondaggi » tra il PSI e la DC che vede lentamente esaurirsi la funzione del Governo Scelba, nonostante le dichiarazioni di lealtà e di solidarietà. I Patti agrari rompono definitivamente il precario equilibrio del quadripartito. Il maggior contributo alla rottura viene dato dai liberali che ormai marciano verso la subordinazione completa alle tesi della Con_ 7 findustria della quale il dott. Alighiero De Micheli, espressione dei grandi industriali del nord, diventa presidente 11 • Scelba, ,sulla riforma agraria, non esita a sostenere le tesi dei liberali e a mettersi contro il PRI e il PSDI e contro il suo stesso partito. Afferma che la durata indeterminata dei contratti è inaccettabile. « Se difendere i giusti interessi dei proprietari vuol dire essere conservatori, allora io sono il primo conservatore d'Italia», dichiara. Si assume quindi la responsabilità di elaborare un testo di co1npromesso col quale fa larghe concessioni ai liberali sul terrenq della giusta causa e della durata dei contratti. Segni, che nella DC è considerato il maggior esperto di politica agraria, critica duramente il compromesso. Del resto, la soluzione esco- · gitata da Scelba non soddisfa neppure Màlagodi. Così quando il Governo approva il nuovo testo sui patti rielaborato daJ. presidente del Consiglio, i n:iinistri liberali Villabruna, Martino e De Caro votano 11 De Micheli succede al genovese · Angelo Costa che dalla fine degli Anni quaranta agli inizi degli Anhi cinquanta aveva impresso alla Confindustria una linea « prudente e moderata» che si concretizzava, sul piano politico, in un sostegno a tutti i partiti del centro democratico. 231 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==