Ermanno Corsi tendere, afferma, di impegnare i lavoratori democratici e tutto il ceto medio italiano in una lotta contro il comunismo se si dà l'impressione, che la battaglia sia condotta per difendere gli interessi costituiti della destra politica ed economica ». Negli ambienti socialdemocratici c'è molta insofferenza, il vice segretario Tanassi accusa la politica governativa di immobilismo. Saragat riconosce che gli impegni programmatici assunti nel febbraio '54, al momento della costituzione del Governo, sono stati largamente disattesi e che per molti aspetti (passaggio del Ministero dell'Istruzione a un democristiano, mancata assegnazione del Sottosegretariato per lo spettacolo ad un socialdemocratico, atteggiamento di riserbo assuto dai nuovi dirigenti della DC, recenti posizioni dei liberali) si sono modificate le basi stesse sulle quali poggiava la coalizione. Insiste affinché l'impegno di Fanfani non si esaurisca nel partito e affinché anche i repubblicani entrino nel Governo. Chiede un'ampia chiarificazione. Altrimenti, avverte, lascerà l'incarico di vice presidente del Consiglio. Scelba minimizza le difficoltà insorte. « Anche nei matrimoni meglio assortiti, afferma, non mancano . i piccoli disaccordi ». In effetti, non sono piccoli disaccordi quelli che stanno lacerando la coalizione governativa. A favore di Scelba gioca soltanto l'opzione di Fanfani per il partito. A pochi mesi dalla conquista della Segreteria e a pochi mesi dalla morte di De Gasperi, Fanfani non reputa conveniente affrontare la lotta su un doppio fronte. Ribadisce que~to suo impegno a rinvigorire le « incerte strutture» del partito e a migliorarne la classe dirigente, durante il Consiglio nazionale che si tiene a Trieste il 2 novembre. « L'opinione pubblica, dice Fanfani, si attendeva da noi ora il miracolo, ora la catastrofe. Non potevamo darle il primo e ci siamo premurati di deludere le speranze di quanti cercavano la seconda. Ci siamo trovati di fronte - precisa lanciando una frecciata ai partiti laici, ma soprattutto ai socialdemocratici - ad alleati che temettero la nostra organizzazione, anche se oggi. sollecitano un nostro impegno al di fuori del partito. Qualche ricercatore di farfalle sotto l'arco di Tito continua a muoverci il rimprovero di preoccuparci troppo della organizzazione, quasi che a noi incombesse il dovere di una gestionei commissariale pluripartitica ». A Saragat che aveva proposto che qualche fanfaniano di stretta osservanza assumesse incarichi ministeriali, Fanfani risponde seccamente che « il partito non ha bisogno di ostaggi al Governo ». · Per Scelba va bene, per Saragat un po' meno. Non si farà il rimpasto, ma è chiaro che ormai il destino del Governo è segnato. Nei confronti del Governo il segretario della· DC comincia a prendere le distanze, ad atteggiarsi come De. Gasperi verso Pella (« Governo · 228 BjbliotecaGino Bianco
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