Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ermanno Corsi tro. « Dicono di voler fare il bene del Paese, ma poi sono incapaci di trovare una base di accordo », esclama. Il grosso della forza parlamentare resta con Covelli. Vanno con Lauro una diecina di deputati e quasi tutto H Consiglio comunale di Napoli. Covelli, tuttavia, accusa il colpo e comincia a rivedere talune sue posizioni e a renderle meno rigide. Non basta, però, la diminuzione dell'asprezza monarchica a rendere più tranquilla la vita del Governo Scelba specie dopo la morte di De Gasperi che priva la DC del suo più grande moderatore. Dopo la pausa estiva, il Governo arriva molto vicino alla crisi. Alla fine di settembre si hanno clamorosi sviluppi dell'affare Montesi. La magistratura ordina l'arresto di Piero Piccioni (per omicidio colposo aggravato dall'uso di stupefacenti), di Ugo Montagna e dell'ex questore di Roma Polito. I comunisti profittano delle conseguenze che questi sviluppi giudiziari hanno sul piano politico per chiedere le dimissioni del Ministero. I socialisti, a loro volta, chiedono un'inchiesta parlan1entare. Piccioni è costretto a dimettersi da ministro degli Esteri. Molti ambienti della DC vorrebbero le dimissioni dell'intero Gabinetto. Scelba pensa di scongiurare la crisi con un rapido rimpasto. Il liberale Martino viene spostato agli Esteri, mentre H democristiano Ermini ne occupa il posto alla Pubblica Istruzione. Tutto viene fatto molto in fretta. Alla Camera Nenni attacca duramente. Scelba. « Il rimpasto è stato condotto con una destrezza da borsaiolo e con disprezzo del Parlamento», afferma il leader socialista che sollecita Fanfani a uscire dal riserbo e a prendere l'iniziativa per un Governo più efficiente. Saragat teme che tra i due segretari si avvii un qualche dialogo e interviene pesantemente accusando gli « iniziativisti» di dare un « tiepido appoggio » al. Governo. Sul rimpasto il Governo ottiene la fiducia tanto al Senato che alla Camera, ma ormai l'equilibrio 1ninisteriale è fortemente compromesso e, a dispetto dell'ottimismo manifestato da Scelba e da Saragat, la necessità di un possente rinvigorimento del Governo - mediante l'ingresso di esponenti fanfaniani e dei repubblicani - viene riconosciuta come un dato oggettivo e incontestabile. Una ulteriore verifica di questa necessità si ha il 5 ottobre con il 'ritorno, dopo dieci anni, di Trieste e della " zona A" all'Italia. Questo è indubbiamente un successo della diplomazia e della politica estera) del Governo italiano che, però, non riesce a trarne· beneficio per lq sua stabilità interna. « Abbiarno chiuso la triste contabilità della guerra », dice il ministro Martino, ma questa « chiusura » viene aspramente contestata. I monarchici assumono una posizione critica. Sostengono che non si può rinunciare. all'Istria. È di questo avviso anche 226 B_ibliotecaGino Bianco

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