Ermanno Corsi nale », nei confronti del PCI non si esita a: sviluppare una campagna viscerale di tipo 1naccartista. Possibili interlocutori, invece, sono considerati i monarchici, da un lato, e i socialisti sul versante opposto, per il fatto che verso di loro guardano gruppi contrapposti della DC. Gronchi, ad esempio, patrocina da tempo l'apertura verso Nenni. Ma la sua è un'opinione senza seguito apprezzabile nel partito. E poi il tipo di «apertura» ipotizzato dal presidente della Camera segnerebbe praticamente lo scavalcamento del PSDI per cui alle proteste dei «moderati» democristiani si aggiungono le proteste di Saragat il quale non perde occasioni per ribadire che « l'apertura a sinistra non deve essere intesa come un concordato tra socialisti e cattolici». Del resto neppure Nenni può impegnarsi a fondo ad esaminare, con Gronchi, le prospettive del « dialogo ». Un'operazione di tale portata va discussa con tutta la DC, non con un suo ramo, per autorevole che sia, e al tavolo delle trattative bisogna portare tutto il PSI, non una sua parte. C'è Morandi, infatti, che non ritiene ancora maturi i tempi per rompere il patto di unità d'azione con il PCI. Verso i monarchici tende una parte più consistente della DC. Ne è leader Andreotti che è collegato con Pella, Togni, Gonella ed altr, esponenti della « prima generazione». L'alleanza coi monarchici do7 vrebbe dar vita ad una « pentarchia ». I monarchici, lusingati per tanta; attenzione, senz'altro sproporzionata al loro peso elettorale, alzano il prezzo, ma non riescono a uscire dalla condizione di chi non vor-1 reb be far credere che sono pronti per tutd gli usi e di chi, nello stesso tempo, teme che l'utente ci ripensi e ritiene che, pertanto, non bisogna perdere l'occasione. Per molti ambienti della DC, in effetti, un'alleanza organica con il PNM, ovviamente senza rimettere in discussione l'assetto istituzionale dello Stato italiano, non significherebbe far credere che sono pronti per tutti gli usi e di chi, nello volte e che in diverse amministrazioni locali è addirittura esplicito. Con il Governo Pella i monarchici si erano sentiti come l'ago della bilancia ed erano stati ad un passo dall'assumere incarichi ministeriali. Adesso fanno sapere che un loro appoggio, diretto o indiretto, deve essere regolarmente patteggiato. Questa è, almeno, la linea di Covelli, segretario del partito, il quale, ambizioso e oltranzista, vuole essere chiamato a concordare intese di Governo, scelte e strategie, con contropartite di potere immediate sul piano nazionale. Lauro, pre7 sidente del partito, ha una visione più ristretta dei rapporti con la DC. Gli preme salvaguardare i suoi interessi economici ed elettorali che sono concentrati nella città di Napoli di cui è Sindaco. Per questo è sempre molto duttile nei rapporti con la DC, pronto a far da sup224 BibliotecaGino Biancò
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