Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ermanno Corsi il segretario Reale spiega che il PRI, pur facendosi poche illusioni sulla stabilità del Governo Scelba, è fedele all'alleanza quadripartita, soprattutto per scongiurare la radicalizzazione della lotta politica sui due fronti della destra e dell'estrema sinistra. Il PRI si pone, però,) responsabilmente, il problema di come allargare » il raggio dei consensi della democrazia ». Su questo tema di fondo, il dibattito si sviluppa intorno a due direttrici: quella di Pacciardi che sostiene la necessità di una « democrazia protetta » e di un equilibrio di Governo che faccia proprie molte istanze della destra; e quella di La Malfa secondo cui la revisione critica del centrismo impone di riconquistare le masse popolari e di seguire attentamente l'evoluzione del PSI. Le cause della crisi,_ afferma in sostanza La Malfa, vanno ricercate nella concezione « illuministica » della politica. Si è fatta una politica dall'alto, di tipo paternalistico. Si è guardato al Parlamento ed al Governo trascurando troppo spesso i partiti, cioè il Paese. La legge agraria, la Cassa per il Mezzogiorno, la liberalizzazione degli scambi, dovevano essere inquar drate e sostenute da una ideologia corrispondente, agganciate più organicamente ai ceti sociali verso i quali ci si rivolgeva. Si è visto invece che, di fronte ai comunisti e più in generale di fronte ai movimenti di sinistra, i democratici non hanno saputo contrapporre una loro visione unitaria del mondo e di tutti i suoi complessi problemi. Per La Malfa sono preminenti sul piano politico, in questo momento, due problemi: quello dei rapporti tra laici e· cattolici per cui i primi debbono superare, nei confronti dei secondi, lo stato di continua sospensione tra ripulsa e soggezione; e quello di una precisa caratterizzazione della ideologia democratica, obiettivo che impone di raccogliere le varie esperienze dei Paesi occidentali da cui l'Italia, per effetto del ventennio, è rimasta tagliata fuori. Il PRI conclude il suo congresso stabilendo di rimanere nella maggioranza, ma di continuare a star fuori del Governo. La mozione finale, che si esprime in tal senso, è approvata da tutti, tranne che dalla « Sinistra storica » capeggiata da Belloni. Se i repubblicani sono polemici, i liberali diventano addirittura insofferenti e al loro interno si apre una vera e propria crisi. Fin qu~ndo la Segreteria era stata tenuta da Villabruna, il partito aveva esercitato, sull'azione dei governi ai quali partecipava, forti pressioni a favore delle riforme e aveva portato nel dibattito politico il pensiero del liberalismo illuminato. I gruppi della sinistra liberale esprimevano una opinione che quasi sempre coincideva con l'indirizzo ufficiale del partito. Ora, con il Governo Scelba, Villabruna è ministro dell'Industria 222 BibliotecaGino Bianco·

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