Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ermanno Corsi ma godono di molto prestigio. Pastore, capo dei· sindaclisti, sostiene le necessità di una efficiente azione riformatrice in un quadro politico di larga apertura sociale. Gronchi, presidente della Camera dei deputati, propugna il dialogo con Nenni. È molto critico verso la politica democristiana. « La DC, afferma, non si è discostata dagli schemi e dagli ambienti tradizionali dei partiti d'ordine e non ha assunto, dinanzi alle masse popolari e all'opinione pubblica, la caratteristica di movimento rinnovatore ». È necessario perciò conquistare apertamente l'apporto delle forze socialiste. << Con l'apertura a sinistra, dice Gronchi, si deve contrastare e ridurre l'influenza comunista sulle masse popolari, sui ceti medi e tra gli intellettuali ». Queste prese di posizione, provocate dagli interventi del Vaticano,. sono, in effetti, un preludio alla più animata discussione che la DC terrà al suo 5° congresso nazionale a Napoli, al teatro San Carlo, il 26 giugno 1954. È un congresso solenne e sfarzoso. Le luci di 200 lampadari si riversano sui delegati. Fasci di garofani rossi sporgono lungo il giro dei palchi. Gli altoparlanti diffondono i versetti di « Sorgi o popolo», il nuovo inno del partito destinato a sostituire il vecchio « Bianco fiore ». Dal gran fiu111e di oratoria precongressuale, l'unica linea politica che emerge chiaramente è ancora quella di De Gasperi e del « degasperismo ». Iniziativa democratica, la più organizzata corrente democristiana, diventa l'erede ufficiale. Intorno alle idee di De Gasperi, « Iniziativa» si raccoglie e si consolida con Vanoni in funzione di coscienza economica. Vanoni si conferma l'uomo capace di rompere i limiti della pelliana « politica di tesoreria» in nome di una. politica «produttivistica» che può risolvere i punti oscuri della situa-: zione economica: il disavanzo della bilancia dei paga111enti, l'alto vo-· lume della disoccupazione. Vanoni annuncia un « piano » per creare, entro dieci anni, 4 milioni di nuovi posti di lavoro. Questo del San Carlo di Napoli, è l'ultimo congresso di De Gasperi. L'anziano leader appare visibilmente affaticato. Legge il suol lungo discorso stando seduto. È il discorso di chi getta la spugna, ma di chi vuol far comprendere alla platea che la successione non lo coglie di sorpresa, anzi che lui ha contribuito ad accelerarla. Per questo si riserva un ruolo di supremo moderatore tra le correnti e tra- le varie anime che agitano il partito. Ha alcuni spunti polemici soltanto con Pella e con Gronchi. Col primo perché si era doluto del fatto che non avesse parlato del suo Governo (« certi -silenzi feriscono più che gli attacchi», aveva detto Pella); col secondo perché era stato sprezzante verso l'intesa che aveva raggiunto con Fanfani ( « il nuovo gruppo di maggioranza o si limita a raccogliere l'eredità del centrismo o va davvero oltre e più a fondo. I~ tal caso sono curioso di vedere 218 Bibli'otecaGino Bianco

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