Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ermanno Corsi nel mondo cattolico italiano. Nella primavera del · 1954 si sviluppa un vivace, serrato dibattito, in seno alle gerarchie ecclesiastiche, sul problema dei rapporti tra laici e cattolici e sulla « flessibilità della Chiesa verso i laici. In un primo tempo questo dibattito resta circoscritt~ alla sfera religiosa, ma ben presto si trasferisce sul terreno dei com-. portamenti politici. È un momento in cui incontrano molte simpatie le posizioni dei teologi francesi, diffuse dai « preti operai », contro le « feudalità di interessi ». Una ingiusta ripartizione delle ricchezze e il disconoscimento di una legge morale superiore agli interessi degli individui e dei gruppi, essi dicono, hanno creato una condizione del proletariato incompatibile con i principi cristiani. Si condannano, quindi, gli abusi del capitalismo liberale e l'umanesimo ateo del . marxismo. Il Vaticano vede, nella diffusione di questi principi, un irrobustirsi della tendenza che chiede una più attiva partecipazione dei sacerdoti alla vita del mondo. E siccome le vocazioni sacerdotali, in questo periodo, si vanno facendo sempre più rare, il papa Pio XII, nella enciclica « Sacra virginitas », ribadisce il principio dogmatico che i laici debbono rimanere sotto l'autorità dei sace~doti e che insieme debbono porre la Chiesa al riparo da ogni forma di modernismo. L'enciclica papale è il segnale di una vasta epurazione nei quadri dell'Azione cattolica, condotta da un gruppo di cardinali tra cui Pizzardo, Ottaviani e Piazza (Carlo Falcc:>ni definì questo gruppo « il Pentagono»). Un folto numero di dirigenti viene allontanato dagli incarichi. Il presidente della Giac, Mario Rossi, è sostituito con Enrico Vinci, consigliere comunale di Roma, amico di Gedda e di Andreotti. L'accusa a Mario Rossi è di aver introdotto, nell'organizzazione cattolica, pensieri e terminologie derivanti da certe correnti cattoliche francesi, mostrando al tempo stesso pericolose tendenze sinistrorse di natura teorica e ascetica. Rossi e i suoi sostenitori ribadiscono che l'esperienza politica deve essere manteputa autonoma da quella religiosa. La polemica coinvolge presto gli uomini politici democristiani per quanto riguarda la natura della DC e i suoi rapporti con la Chiesa". È una campagna, questa alimentata dal Vaticano, che mira a raffor6 Il dibattito finisce con l'allargarsi anche ai temi economici. Un vivace scambio di battute si ha tra don Sturzo e La Pira. Don Sturzo, in polemica con le teorie marxiste, sostiene che le gestioni statali o parastatali sono quasi sempre passive. È necessario pertanto ritornare all'economia privata sostenuta dal senso di responsabilità di tutte le categorie. La Pira così gli replica sul "Giornale d'Italia": « Altro che marxismo, caro don Sturzo; venga, faccia lei il Sindaco, ma sul serio. Vedrà allora come le cose assumeranno, nel suo spirito cristiano e sacerdotale, un rilievo forse impreveduto ... ». 216 BibliotecaGino Bianco

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