Ermanno Corsi con i suoi alleati di Governo, anzi sperandò di acquistare, presso di loro, qualche benemerenza. De Gasperi, invece, ne ebbe un gran dolore. Egli aveva pensato alla riforma elettorale come ad un mezzo (il premio di maggioranza) che consentisse una maggiore stabilità dell'Esecutivo, considerato che fino ad allora l'esiguo margine di maggioranza era stato una delle cause più ricorrenti della instabilità governativa 8 • « Mi auguro che l'esperienza parlamentare, commentò De Gasperi, non renda anche troppo evidente che il tentativo meritava maggiore fortuna». L'altro argomento che rivela profonde divergenze tra i partiti di Governo e che mobilita le opposizioni di destra e di sinistra, è la CED (Comunità di difesa europea). Viene portato alla Camera il 15 aprile. Si preannuncia una discussione tempestosa. Insieme alla questione di Trieste è il punto più qualificante della politica estera del Governo. Scelba - e insieme a lui il ministro degli Esteri Piccioni - spera che andando al tavolo delle trattative internazionali con la ratifica del trattato da parte dell'Italia, avrà in cambio concessioni su Trieste e sul Territorio Libero. Per questo sostiene con decisione il trattato. « Vogliamo mettere fuori legge la guerra », dice alla ~amera e minaccia di ricorrere a misure eccezionali per contrastare l'ostruzionismo annunciato dai socialcomunisti. Il problema della CED provoca però lacerazioni anche all'interno dei partiti di Governo. Molti democristiani, socialdemocratici e liberali esprimono apertamente perplessità e riserve su un incontrollato riamo tedesco. Nel PNM Covelli e Lauro arrivano arridittura alla rottura. Covelli, segretario del partito, rifiuta aprioristicamente la CED in quanto proposta da un Governo di cui lui non fa parte. Per mutare linea, pone condizioni e chiede contropartite chiaramente inaccettabili per il Governo. Lauro, presidente dei monarchici, insiste perché si, esamini il problema prescindendo dagli elementi contingenti della politica interna. Perfino nel MSI si hanno lacerazioni. Graziani e il sen. J annelli, favorevoli al trattato, si dimettono dal partito in segno di protesta. In questa situazjone ha buon gioco la CGIL. Di Vittorio minaccia di mobilitare i lavoratori in una dura lotta, sia pure impiegando « tutti i mezzi legali ». Provvidenzialmente, un aiuto viene dagli sviluppi della situazione internazionale. Il 30 agosto l'Assemblea francese, al termine di una drammatica seduta, respinge la CED. Il Governo italiano, sempre sensibile agli atti politici dei Paesi alleati, non presenterà il trattato in Parlamento. 8 Cfr. Ermanno Corsi, L'ultimo De Gasp_eri. Nord e Sud, agosto-settembre 1971. 214 Bi_bliotecGa ino Bianco·
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