Rione Siberia: la casa promessa gresso nella baracca e poi i fitti e il rinnovo anno per anno. Sul bisogno dei più esclusi e sfruttati sono prosperate le fortune di un pugno di.proprietari, nella più completa illegalità, arbitri e padroni della stessa vita dei loro inquilini, che hanno -legato a sé nei modi più diversi, per rappresaglie contro i « morosi », per fare propagande elettorali, per riscuotere i fitti, per qualche piccolo accomodo alle case più cadenti. Nel ghetto si è così sviluppata un'economia chiusa; anche i negozi di alimentari sono controllati direttamente e indirettamente dai proprietari. A causa della disoccupazione si sono sviluppate attività ambulanti e di banconaggio (vendita di bibite, di biscotti, giocattoli di poche centinaia di lire, etc.) oltre al contrabbando di sigarette, inevitabile per vivere, ed altre attività. È evidente che queste condizioni di precarietà hanno reso facilmente ricattabili e costretto al silenzio gli abitanti, timorosi, all'atto di un minimo dissenso, di trovarsi « sulla strada » che è forse un po' peggio della baracca. Cosicché la stessa vita di ogni famiglia ha finito per dipendere da1la volontà dei proprietari. Nel rione i senza lavoro costituiscono il 59% e sono così suddivisi: vecchi con la pensione« di vecchiaia» il 18%; a1nbu1anti e saltuari 15%; disoccupati 25%; occupati (compresi gli stagionali) 42%, prevalentemente nel settore edilizio e nelle poche fabbriche rimaste nei dintorni. Di sfuggita occorre qui rilevare un dato, risultante dal raffronto fra questa inchiesta del 1972 ed una effettuata, sempre da un collettivo di lavoro, nel 1967: nel '57 - rilevò quell'inchiesta - i disoccupati erano il 34%; avevano la pensione per vecchiaia il 7% erano ambulanti e saltuari il 13%. Sono dati che dimostrano l'aumento della disoccupazione accanto all'incremento della per~entuale di anziani nel rione. Il dato statistico è indicativo della progressiva eliminazione dei pur piccoli e medi insediamenti industriali della zona, per cui sono aumentati sia i disoccupati di età giovane o matura, sia di disoccupati che hanno perso il posto di lavoro, stagionale o saltuario (in genere), in età più avanzata e per i quali è poi maturata negli ultimi anni la pensione di vecchiaia. L'inchiesta del '67 rilevava anche la permanenza nel quartiere: il 12% delle famiglie vi abitava da più di venti anni, il 26% da un pe-. riodo fra i 10-20 anni, il 30% vi risiedeva çla un periodo di uno fino a cinque anni, oltre il 10% da un anno. Il 30% vi risiedeva da cinque anni; la permanenza m-edia è quindi intorno_ ai sei anni. Questo dato va letto anche in. relazione al livello di opposizione degli inquilini succedutisi alla Siberia che l'abitare nella baracca della Siberia fosse un fatto contingente, dal quale uscire il più presto possibile. L'attesa del giorno in cui poter finalmente lasciare la baracca è un (atto psico Logico che ha 101 BibliotecaGino Bianco
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