, Prospettive della programmazione in Italia priato della parola partitocrazia per descrivere la situazione italiana. Senza nemmeno tirare in ballo il potere economico pubblico o privato, si può ben dire che rispetto al potere dei partiti quello delle correnti, dei gruppi, o anche dei singoli uomini politici è talvolta più determinante per molte importanti decisioni. Credo perciò che la partitocrazia, nel senso migliore della parola, costituirebbe un passo avanti rispetto alla situazione attuale, che secondo le analisi di G. Galli appare più simile a quello del governo assembleare, o se vogliamo di grande coalizione fra tutti i partiti e le correnti, rendendo estremamente difficili la definizione delle responsabilità e le scelte del cittadino. L'occasione per una prima riforma del nostro sistema avrebbe potuto essere quella delle regioni. Tuttavia si ha l'impressione che anche questa che è stata senz'altro la maggiore riforma operata nel dopoguerra nel nostro Paese, sia stata negativamente influenzata da considerazioni correnti o di equilibrio politico di breve periodo. Ho il dubbio che se dopo venti anni la classe politica, sia di maggioranza che di opposizione, si è trovata finalmente d'accordo per attuare le regioni, questo è successo anche perché si è pensato in questo modo di rafforzare a livello locale certi equiìibri e certe situazioni che scricchiolavano a livello nazionale. Questa è evidentemente un'interpretazione personale, ma penso che per chi si interessa del settore agricolo essa costituisca qualcosa di più di un dubbio. Basta vedere chi, in praticamente tutte le regioni, controlla il settore agricolo, con una rinnovata saldezza che può essere comparata solo a quella della fine degli anni 'SO. In questo modo anche le riforme di struttura sarebbero fatte in funzione, diciamo così, di un contenuto che riflette situazioni contingenti alle quali sono interessati i gruppi politici. Mentre invece trattandosi di riforme istituzionali bisognerebbe preoccuparsi di fare, per così dire, delle scatole vuote, ovvero delle strutture che si dimostrino capaci di darsi da se stesse un contenuto. Costruire delle scatole in funzione di un contenuto, che spe_ciahnente nel tempo in cui v1v1amo può cambiare ed essere soggetto a rapidi aggiornamenti, vale solo a creare nuove rigidità. Questo modo di far politica si è tradotto, nel senso specifico, in una riforma regionale che ha solo ripetuto a ìivello locale il meccanismo politico che funzionava a livello nazionale, con i suoi p!"oblemi di equilibrio, con la -~ua instabilità ed irresponsabilità, con tutte quelle caratteristiche, insomma, che come ho_ detto non facilitano certo il recepimento delle istanze di lungo periodo della nostra società. Come anche si riflette nei primi atti di governo delle Regioni, che negli Statuti che 95 BibliotecaGino Bianco
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