Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Giulio Leone stano poco più di un terzo di cereali e leguminose invernali, cui deve aggiungersi un 9-10% a riposo; un 5-6% di ortive invernali e primaverili estive; un 7-8% di colture industriali (barbabietola; tabacco; pomodoro). Le foraggere coltivate rappresentano: solo 1'8,5%, cui devono aggiungersi altrettanto di pascoli, e in minima proporzione boschi e tare. Tutto il rimanente, dal 20 al 30%, a seconda dei comprensori, è rappresentato da superfici arboricole: vigneto ed oliveto per un 10%, frutteto specializzato per un 2-3%, arboricole consociate per un 4%; l'agrumeto, nella media dei comprensori, con1pare per un 9%, che sale ad oltre il terzo nei comprensori a vocazione specifica. Le ipotesi di sviluppo che sulla base di tendenze rilevate si possono fare, variano in relazione ad una serie di fattori tecnici, ma sono più sensibilmente influenzati dalla variabilità del regime dei prezzi e dei loro rapporti specifici. Si sono adottate quattro griglie, delle quali, escludendo quella del regime attuale e quella di un allineamento vicino ai prezzi internazionali, possono considerarsi più consone alla prevedi-- bilità attuale: quella sostanzialmente stazionaria e solo includente una riduzione applicabile ai prodotti eccedentari della con1unità; e quella di una più forte riduzione corrispondente ad una politica di minore produzione comunitaria. Le oscillazioni in prospettiva ( 1980) comprenderebbero una riduzione sensibile (12-14 punti) per le cereali, un incremento per il mais ed appena sensibile per le foraggere, una stazionarietà per le colture industriali, un raddoppio per le coltivazioni orticole e più che un raddoppio per quelle frutticole specializzate (agrumeto compreso che partecipa in proporzione molto minore), un leggero incremento del vigneto e dell'oliveto specializzati.· Ho parlato di tendenze compatibili con un regime ipotetico di prezzi e sottolineo questi due vincoli previsionali ( tendenze-prezzi), che possono naturalmente alterarsi in corrispondenza di politiche che determinino convenienze interne, in correlazione anche a fatti economici esterni che dall'epoca del rilevamento ( 1969) si sono accentuati e verificati. Uno di questi è certo l'andamento internazionale del prezzo delle carni che può determinare alcune convenienze di produzione specializzate all'interno del Paese; l'altro è il piano di riconversione agrumicolo che potrebbe orientare ad una convenienza di contenimento della agrumicoltura ai terreni singolarmente vocati, eliminando una parte delle attuali superfici improprie ed estendendo ad altre, nuove e più adatte lé coltivazioni tecnologicamente migliorate; il terzo, questo di natura interna, è una possibile rettifica della nostra rete di distribuzione ortofrutticola, che, stabilendo più diretti contatti anche al di là delle strut96

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