Guido Compagna erano sempre dichiarati europeisti convinti, abbiano potuto avallarlo, dimostra soltanto la scarsa propensione dei socialisti in Francia, come in Italia, a far tesoro della lezione delle cose. E non si può non condividere il giudizio espresso da Marcel Rocard, segretario del PSU, una forza che si colloca a sinistra della sinistra, che ha definito questo risultato come « un disastro per la sinistra »; ed ha aggiunto che sarebbe stato meglio per la sinistra adottare un programma più consono alle aspirazioni dei francesi. A noi sembra che Rocard, al di là dell'amarezza personale per non essere stato rieletto e al di là dell'alternativa avventuristica che il suo gruppo aspira a proporre, abbia visto nel giusto. Così come è significativo che una sollecitazione all'autocritica - con particolare riguardo al « programma comune » e con rilievi pertinenti sul problema del controllo della distribuzione dei redditi, come problema irrisolto dalla sinistra moderna nei paesi industriali - sia venuta autorevolmente da Gilles Martinet: una sollecitazione non priva di accenti e di riferimenti che noi potremmo definire « lamalfiani ». Giustamente osservava « La Voce repubblicana » che, se bisogna apertamente dire che molti sono gli elementi esterni (la legge elettorale innanzi tutto) che spiegano la sconfitta della sinistra, bisogna altresì riconoscere che sarebbe sterile esaurire in queste ragioni esterne il fallimento della sfida al governo gollista. Le ragioni che vanno oggi ricercate sono interne; ed il programma della sinistra ha avuto un suo peso decisivo nel determinare un certo tipo di risultato. Qual'era il significato di presentare un programma di alternativa, basato su proposte che non ·solo erano vecchie, ma il più delle volte « sloganistiche »? Ed aveva veramente senso proporre le nazionalizzazioni per guarire i mali dell'economia francese nel momento in cui questa presenta un dinamismo che da decenni non presentava? Il risultato di queste mosse avventate, che hanno tolto al cartello delle sinistre ogni significato di alternativa democratica al gollismo, riconducendolo, malgrado la « rosa » di Mitterrand, al più vecchio ruolo di alternativa massimalista, non poteva essere diverso da quello che è stato: vale a dire un processo di riaggregazione attorno al programma moderato di chi già gestiva il potere. Non è stato quindi possibile premiare una proposta di metodo di governo della società, ma è stata respinta una proposta politica inquinata di massimalismo ed estremismo. Eppure, come dicevamo già prima, con queste elezioni in Francia qualcosa comincia a scricchiolare: l'equilibrio tra gollismo e 24
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