L'inverno degli intellettuali di Girolamo Cotroneo . Gli intellettuali e la politica; gli intellettuali e il potere; la crisi degli intellettuali: l'argomento è tornato di moda. Lo era stato nella seconda metà degli anni cinquanta, specialmente dopo i fatti d'Ungheria: sino ad allora, accanto alla parola « intellettuale » era sempre sottintesa la specificazione « di sinistra », che significava soprattutto affinità al marxismo; dopo, pur essendo ancora l'intellettuale considerato sempre « di sinistra », si creò una distinzione abbastanza chiara e netta fra quelli marxisti e quelli non-marxisti. Adesso - e forse è questa una delle ragioni per cui l'argomento è tornato di moda - si parla pure di intellettuali « di destra ». Di questo tuttavia diremo dopo: la domanda che adesso ci poniamo, visto il ritorno in forze di questo tema, è quella della definizione dell'intellettuale. Che cos'è, dunque, questo personaggio tanto discusso? Si potrebbe di esso riprendere la definizione data da Croce della poesia, cioè che si tratta di cosa che tutti sanno quello che sia; oppure, per tenerci più vicini all'argomento, quella di Gramsci, per cui « tutti gli uomini sono intellettuali », anche se non tutti hanno nella società « la funzione di intellettuali ». Ma sono ormai vecchi concetti: ne abbiamo di nuovissimi. Ad esempio quello recente di Sartre, che il vecchio filosofo francese ha definito in un'intervista a Pierre Benichou (che L'Espresso ha ripubblicato poche settimane addietro), dove distingueva fra intellettuale « classico » e « moderno », dei quali il primo rappresenterebbe una figura « che avendo a disposizione un certo potere se ne è servito per acquistare cognizioni che ha trasformato ingiustamente in potere», mentre il secondo non sarebbe più colui « che detta programmi, che decide, che definisce necessità e desideri », essendo ormai questo compito delle masse, « e una volta che esse hanno deciso, l'intellettuale cercherà di esp;rimere quelle decisioni in una lingua c];ie, naturalmente, sarà spesso la lingua delle masse stesse, appena appena riscritta in bella copia». Si tratta, ci si perdoni l'irriverenza, di un argomento alquanto balordo: ~artre vuole qui rovesciare il vecchio assunto, di derivazione leniniana, sulle « avanguardie » del proletariato (concezione 7
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