Michele Ributti difficile, pertanto, interpretare il clima di intolleranza imperante nell'ateneo di via Festa del Perdono e i numerosi ecces,si culminati in aggressioni di studenti accusati, spesso ingiustamente, di essere fascisti, come un sintomo di grave debolezza di tutto il Movimento Studentesco che, perduta larga parte del consenso e pressoché completamente i,solato da tutte le forze politiche, compie l'estremo tentativo di difendere con la forza le posizioni faticosamente conquistate, almeno all'interno dell'Università. Di questa condizione di debolezza e di obiettiva difficoltà si avvede anche l'Amministrazione dell'Università che ritiene, commettendo un grosso errore di valutazione, di poter as.sestare il colpo mortale al Movimento rendendone difficile la vita all'interno dell'ateneo: il diritto all'assemblea, punto fermo acquisito fino dal 1968, è messo in discussione, i locali che furono dell'Interfacoltà vengono sottratti all'uso degli studenti. La questura, dal canto suo, non manca di fare la sua parte: la polizia entra senza plausibili motivi nell'Università, blocca e scheda centinaia di studenti, ammasiSandoli nel cortile del Filarete, tramutatosi per l'occasione, in un piccolo campo di concentramento; ripete la stessa irruzione per impedire un'assemblea, letteralmente devastando l'ateneo e sfasciando alcuni istituti tanto che solo il provvidenziale intervento del Sostituto Procuratore della Repubblica Viola riesce ad evitare il peggio. I fascisti, che già da qualche tempo erano tornati ad infestare la città con la loro presenza,. moltiplicano le aggressioni: studenti di sinistra sono accoltellati per strada o cadono in agguati sotto casa. A questo punto il Movimento Studentesco se da un lato finisce con lo screditarsi completamente ribattendo · colpo su colpo le aggres,sioni fasciste, dall'altro inverte la rotta nella gestione politica e Mario Capanna dichiara, e più di una volta, che l'Università è aperta a tutte le forze democratiche ed antifasciste e prende in considerazione la possibilità di tornare al regime delle elezioni. Questa manovra aliena a Capanna le simpatie dei gruppi più estremistici del Movime:ç.to, ma la Gioventù Liberale e la Federazione Giovanile Repubblicana pos·sono affiggere manifesti e comunicazioni nell'atrio della Statale, accanto ai ta-tzebao del Movimento e i loro esponenti intervengono e prendono la parola nelle assemblee generali. Tutti si avvedono che la prospettiva aperta da questa linea è una seria possibilità per addivenire a una pacificazione, ma i neofascisti intensificano le provocazioni e costringono costantemente il Movimento alla guerriglia aperta nelle strade; il nuovo rettore prof. Schiavinato assume la linea «dura» proprio quando il buon senso suggerìrebbe quella «morbida», e si dimostra, di fatto, indisponibile a qualunque dialogo. Così anche l'ultima operazione del Movimento studentesco fallisce. Poi vengono i fatti della Bocconi ed un giovane di ventun anni è colpito a morte alla schiena dal piombo di un agente. Non è la prima volta che la polizia uccide in questo paese e non è la prima volta che al suo operato siano imputabili gli scontri più gravi che hanno sconvolto la città (cosa ormai assolutamente provata anche per quello in cui perse la vita l'agente Annarumma) e qualunque spirito liberale non può che provare amarezza e vergogna nel constatare che una grande città civile e democratica, quale è Milano, possa venire considerata alla stregua cli una zona 50
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