Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Gino Pallotta l'azione delle Camere, il loro funzionamento. Più che ,dai regolamenti, il funzionamento delle Camere dipende infatti dai partiti: per un problema di volontà politica, certo prioritario, e anche per un problema di uomini. Il fatto stesso che nuove formazioni politiche, dopo qualche sortita, trovino difficoltà ad affermarsi (esperienza del Manifesto, del PSIUP e di altre formazioni), perché si ha, in generale, una sostanziale fedeltà degli elettori ai partiti detti « storici » (le oscillazioni elettorali, anche quando sensibili, avvengono normalmente in questo quadro), sta a dimostrare che c'è parecchio di artificioso nella polemica aprioristica sulla partitocrazia: ma ciò deve rendere i partiti più sensibili ai problemi delle istituzioni che sono il cardine dell'ordinamento democratico. Cosa si vuole che il Parlamento sia, lo specchio del paese (s'intende, attraverso la mediazione dei partiti come organizzatori del voto popolare) o un « braccio » (privo di propria, effettiva capacità deliberante) degli staff dei partiti? Si sa che si discute molto, e non da oggi, su questo interrogativo, inteso in senso globale. Il problema del rapporto tra partiti e gruppi è andato assumendo sempre più rilevanza. In certi ambienti politici, per questo problema, si è pure manifestata una sensibilità crescente. Alcune osservazioni a questo proposito, sebbene frammentarie. Storicamente assurge in primo piano anzitutto la funzione dei gruppi. Sono loro ad essere consultati dal Capo dello Stato durante le crisi di governo. La prassi costituzionale venne quindi a dare particolare risalto ai gruppi parlamentari, anche attraverso questi meccanismi. Si arrivò a cristallizzare addirittura una finzione perché l'origine della volontà politica (i partiti) finiva col non avere voce ufficiale durante le crisi. Saragat ·corresse questa procedura e convocò al Quirinale, nelle crisi di governo, anche i segretari dei partiti, con una giusta innovazione procedurale. Di fatto le deliberazioni dei partiti banno avuto sempre un primato rispetto a quelle dei gruppi. Sono i partiti a fare le crisi di governo, eccetera. Più di recente, per·ò, c'è stata la tendenza dei gruppi parlamentari· a rivendicare di più un proprio diritto di scelta, pur senza porsi, s'intende, in una posizione di antitesi rispetto a quella del partito. Ma, evidentemente, l'influenza politica dei gruppi, sebbene non in alternativa, ma in armonia con le scelte dei partiti, è anche un problema di uomini. È stato detto, anche dal socialista Giolitti, che la selezione dei parlamentari avviene con un « filtro » sbagliato. La realtà è che, 8

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